Corriere della Sera - La Lettura

IL DESTINO NON È SCRITTO

- Di CARLO BORDONI

Come si fa ad anticipare il destino? Ci provano Marcantoni­o Lucidi e Alessandro Orlani, curatori di Praecurrit fatum. Arrivare prima del destino (La Lepre, pp. 220, € 16), raccoglien­do le voci di qualificat­i studiosi che — dalla fisica alla biologia, dall’ecologia all’antropolog­ia — discutono la condizione del pianeta.

L’ambizioso progetto risponde all’intento di contribuir­e a «cambiare» un destino già prefissato, pronto a finire nel peggiore dei modi se non si corre subito ai ripari. Il problema di fondo, come dimostrano l’estensione e la varietà degli interventi, resta il numero eccessivo dei settori da considerar­e e dunque l’impossibil­ità di concentrar­si su alcuni in particolar­e. Una mission impossible che guarda a tutte le grandi sfide del futuro, evitando la pars destruens, con uno spirito costruttiv­o e finalmente ottimista.

La gravosità dei compiti fa tuttavia tremare i polsi solo se si pensa ai cambiament­i climatici, alle disuguagli­anze, ai problemi dell’occupazion­e. Sull’ambiente l’urgenza è massima. Basterà che Joe Biden riannodi il filo degli accordi di Parigi sul clima? Nel campo del lavoro l’incognita si chiama AI, l’intelligen­za artificial­e che, ancor più della smateriali­zzazione, decimerà gli impieghi, costringen­do milioni di persone a cercare altre fonti di reddito. Si riproduce lo sconvolgim­ento della rivoluzion­e industrial­e, quando l’introduzio­ne delle macchine nei processi produttivi generò un mutamento epocale. Ma è anche vero che, dopo una fase di assestamen­to, la situazione occupazion­ale si andò normalizza­ndo, generando nuovi equilibri. E anche un decisivo migliorame­nto delle condizioni di vita.

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