Corriere della Sera - La Lettura
IL DESTINO NON È SCRITTO
Come si fa ad anticipare il destino? Ci provano Marcantonio Lucidi e Alessandro Orlani, curatori di Praecurrit fatum. Arrivare prima del destino (La Lepre, pp. 220, € 16), raccogliendo le voci di qualificati studiosi che — dalla fisica alla biologia, dall’ecologia all’antropologia — discutono la condizione del pianeta.
L’ambizioso progetto risponde all’intento di contribuire a «cambiare» un destino già prefissato, pronto a finire nel peggiore dei modi se non si corre subito ai ripari. Il problema di fondo, come dimostrano l’estensione e la varietà degli interventi, resta il numero eccessivo dei settori da considerare e dunque l’impossibilità di concentrarsi su alcuni in particolare. Una mission impossible che guarda a tutte le grandi sfide del futuro, evitando la pars destruens, con uno spirito costruttivo e finalmente ottimista.
La gravosità dei compiti fa tuttavia tremare i polsi solo se si pensa ai cambiamenti climatici, alle disuguaglianze, ai problemi dell’occupazione. Sull’ambiente l’urgenza è massima. Basterà che Joe Biden riannodi il filo degli accordi di Parigi sul clima? Nel campo del lavoro l’incognita si chiama AI, l’intelligenza artificiale che, ancor più della smaterializzazione, decimerà gli impieghi, costringendo milioni di persone a cercare altre fonti di reddito. Si riproduce lo sconvolgimento della rivoluzione industriale, quando l’introduzione delle macchine nei processi produttivi generò un mutamento epocale. Ma è anche vero che, dopo una fase di assestamento, la situazione occupazionale si andò normalizzando, generando nuovi equilibri. E anche un decisivo miglioramento delle condizioni di vita.