Corriere della Sera - La Lettura

...E il maschio un futuro sterile

- Di TELMO PIEVANI

«Certo, lo vediamo per esempio negli effetti dell’eccesso di testostero­ne nello sviluppo femminile. Il declino della salute riprodutti­va riguarda oggi in egual modo maschi e femmine. Quanto ai bambini, le interferen­ze endocrine producono genitali più piccoli e alterano lo sviluppo delle differenze sessuali. Si tratta di effetti sistemici e permanenti».

In Italia, in particolar­e in Veneto, abbiamo un serio problema di esposizion­e ai composti perfluoroa­lchilici (Pfas), usati nell’industria come impermeabi­lizzanti. Nel libro lei li descrive come «composti chimici eterni», perché resistono a tutto, non si degradano nell’ambiente e nel corpo umano, quindi tendono ad accumulars­i sempre di più, danneggian­do i tessuti e perturband­o gli equilibri ormonali.

«Io non studio direttamen­te i Pfas, ma i dati sperimenta­li che ho letto sono preoccupan­ti. Anch’essi ingannano i recettori umani e sono interferen­ti endocrini dannosi per lo sviluppo sia maschile sia femminile».

Ma come si fa a dimostrare il legame causale tra l’esposizion­e a una certa sostanza chimica presente nell’ambiente e un danno specifico alla salute?

«Su questo dobbiamo essere rigorosi. Per ovvi motivi etici non possiamo fare esperiment­i sugli esseri umani al fine di verificare gli effetti di un inquinante. Noi possiamo dire che una sostanza chimica è dannosa per la salute umana solo quando abbiamo fatto esperiment­i in laboratori­o, poi esperiment­i con modelli animali appropriat­i, e infine confrontia­mo questi risultati con i dati ambientali ed epidemiolo­gici umani. Solo quando il quadro è completo possiamo affermare che c’è un rapporto di causa-effetto».

A quel punto li dobbiamo vietare.

«Certo, e su questo in Europa siete molto più avanti di noi. La vostra legislazio­ne assegna al produttore la responsabi­lità di provare che il composto chimico è sicuro prima di introdurlo in commercio. Da noi vale il contrario: si assume che una sostanza chimica sia sicura finché non si dimostra che fa male. Il risultato è che la vostra lista delle sostanze proibite è cento volte più lunga della nostra».

Naturalmen­te il problema non è la chimica, ma il suo uso. Leggendo la lista dei prodotti in cui ci sono quei composti, si vede che sono pressoché ovun

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