Corriere della Sera - La Lettura

COSÌ SCOPRI QUELLO CHE SCOPRÌ EINSTEIN

- Di SEVERINO COLOMBO

«Viste dalla Terra, certe stelle fisse appaiono in prossimità del Sole e sono dunque osservabil­i durante un’eclissi totale di Sole. In simili momenti, queste stelle dovrebbero apparire spostate all’esterno... rispetto alla posizione che hanno per noi nel cielo quando il Sole è situato in un’altra parte del firmamento». È a partire da questo ragionamen­to che Albert Einstein (1879-1955) prese le mosse per verificare la fondatezza della sua teoria della relatività generale.

Lo studio del cielo ebbe un ruolo centrale per consolidar­e le ipotesi del fisico come spiega il divulgator­e Carl Wilkinson in Albert Einstein. La teoria della relatività ( traduzione Lucia Feoli, illustrazi­oni di James Weston Lewis, Editoriale Scienza, pagine 64, € 22,90), volume in grande formato che racconta con chiarezza e precisione ai ragazzi (da 10 anni) la celebre teoria e il percorso che ha portato lo studioso a elaborarla. Percorso, quest’ultimo, tutt’altro che lineare e privo di intoppi. Basti pensare che nel 1914 Einstein aveva chiesto all’astronomo Erwin Freundlich di eseguire misurazion­i e scattare fotografie nella penisola di Crimea dove nell’agosto di quel’anno era prevista un’eclissi totale di sole. Purtroppo la storia e la meteorolog­ia si misero di traverso: era scoppiata la Prima guerra mondiale, Freundlich fu arrestato e il giorno dell’eclissi il cielo risultò coperto di nuvole, le rilevazion­i sarebbero state comunque impossibil­i.

Tutto andò per il meglio, invece, 5 anni dopo, nel 1919: all’isola di Principe, al largo della costa occidental­e dell’Africa; alle 15.13 l’eclissi di sole cominciò e la spedizione, guidata da Arthur Eddington, scattò foto del cielo che confermaro­no che Einstein aveva ragione.

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