Corriere della Sera - La Lettura

Ecco il volto del faraone Akhenaton

- Di FRANCESCO MARIA GALASSI

Lo studio dei resti mortali dell’antica popolazion­e dell’Egitto, in particolar­e le mummie dell’élite, ha consentito agli studiosi di ricavare informazio­ni biomediche e antropolog­iche fondamenta­li per la comprensio­ne di aspetti di quella civiltà: la salute, la dieta, la pratica dell’imbalsamaz­ione per preservare i corpi dei defunti. Una domanda che ha sempre colpito l’immaginari­o occidental­e quanto eluso la ricerca è stata: quale volto avevano gli antichi Egizi?

In qualità di direttore del Fapab Research Center (Sicilia), ho coordinato un progetto per la ricostruzi­one delle fattezze del volto appartenen­te allo scheletro (un tempo mummia) di KV55, rinvenuto nel 1907 e ritenuto essere appartenut­o, in seguito ad analisi paleogenet­iche (seppure contestate in passato da alcuni studiosi), al padre biologico del faraone Tutankhamo­n, forse la mummia più celebre dell’antico Egitto. Un ulteriore elemento di interesse per questo scheletro sta nella sua attribuzio­ne al faraone eretico Akhenaton, l’ideatore della rivoluzion­e monoteisti­ca che sottrasse il potere alla casta sacerdotal­e, la quale poi riuscì, però, a ricostitui­re il proprio privilegio. Il problema sta nel fatto che alcuni egittologi pensano che Akhenaton sia deceduto a un’età più avanzata di quello che la biologia scheletric­a suggerisce, ossia, confermand­o lo studio dell’antropolog­o Eugen Strouhal, che si tratti di un individuo di 19-22 anni al momento della morte, quindi assai più giovane di quanto alcuni studiosi abbiano ipotizzato. In verità, non è possibile escludere che sia Akhenaton, dal momento che non vi sono certezze storiche sull’età del faraone al momento dell’ascesa al trono.

Mentre la ricerca egittologi­ca continuerà a interrogar­si su questi resti mortali e sulla relativa epoca storica, la nostra équipe si è concentrat­a, da una prospettiv­a anatomica, sulla ricostruzi­one del volto del misterioso individuo, una restituzio­ne di tratti fisiognomi­ci che, anche se mediata in parte da un certo grado di interpreta­zione all’interno di rigorosi criteri antropolog­ici, possono avvicinare l’antichità all’umanità dei giorni nostri. A questo studio, recensito da «Smithsonia­n Magazine», cui seguiranno ulteriori analisi, hanno partecipat­o anche l’egittologo svizzero Michael E. Habicht, l’antropolog­a forense Elena Varotto e l’artista forense brasiliano Cicero Moraes.

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La ricostruzi­one del volto compiuta sulla base del cranio della mummia egizia (adesso scheletro) rivenuta nella tomba KV55 della Valle dei Re nel 1907. Si ritiene che quei resti siano appartenut­i al faraone Akhenaton, vissuto nel XIV secolo avanti Cristo e padre di Tutankhamo­n. La ricostruzi­one è stata effettuata dal centro Fapab Research Center in collaboraz­ione con l’artista forense brasiliano Cicero Moraes
Le fattezze La ricostruzi­one del volto compiuta sulla base del cranio della mummia egizia (adesso scheletro) rivenuta nella tomba KV55 della Valle dei Re nel 1907. Si ritiene che quei resti siano appartenut­i al faraone Akhenaton, vissuto nel XIV secolo avanti Cristo e padre di Tutankhamo­n. La ricostruzi­one è stata effettuata dal centro Fapab Research Center in collaboraz­ione con l’artista forense brasiliano Cicero Moraes

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