Corriere della Sera - La Lettura
La ricerca
Il genoma di Cangrande della Scala: il Dna come
fonte storica nasce dalla collaborazione tra l’Università di Verona, il Comune di Veronaassessorato alla Cultura e i Musei civici. «È un onore — afferma il rettore Pier Francesco Nocini — che il nostro ateneo sia nuovamente protagonista nello studio su un personaggio così importante per Verona». Il piano «può essere visto come continuazione di un lavoro iniziato nel 2004. Già allora avevamo messo in campo le più moderne tecnologie arrivando a raccogliere importanti informazioni sulle possibili cause della morte del condottiero». Importanza condivisa dal sindaco, Federico Sboarina, che ne specifica il contesto: «L’indagine è uno dei principali, e più particolari, appuntamenti per le celebrazioni dantesche». Dante Alighieri, esiliato da Firenze, venne infatti accolto a Verona prima da Bartolomeo della Scala e poi (1312) dal fratello Cangrande (1291-1329), che il poeta elogerà nel XVII canto del Paradiso
Storia e scienza
Il progetto è coordinato dall’assessore alla Cultura Francesca Briani. Da un anno sono al lavoro il dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo veronese — il cuore degli studi scientifici è il laboratorio di Genomica funzionale diretto da Massimo Delledonne —, il Museo di Castelvecchio e quello di Storia naturale, referenti la direttrice Francesca Rossi e il conservatore Leonardo Latella. L’esame delle fonti bibliografiche è stato condotto da Ettore Napione, già curatore dei Musei civici
Le immagini
In alto: un estratto real time del Dna di Cangrande della Scala: da un frammento di falange sono state estratte 62 milioni di sequenze genetiche. Nello scatto, ogni colore indica un gene. In questa pagina: il contenitore con i campioni biologici, fotografato al Museo di Storia naturale prima di essere riposto in una teca a temperatura controllata per la conservazione; una provetta con le microscopiche biglie magnetiche utili a estrarre il Dna del condottiero. Nella pagina accanto: il lavoro nel laboratorio di Genomica funzionale dell’Università di Verona e un ritratto di Cangrande del XVII secolo