Corriere della Sera - La Lettura
È PAISIELLO LA SUA COLONNA SONORA
Carnegie Hall, New York, 23 novembre del 1944. Il pubblico attende la prima esecuzione di un nuovo lavoro di Arnold Schönberg, Ode to Napoleon Bonaparte, op. 41 su testo di George Byron. Il quale — scrisse Schönberg — «rimase così deluso dalla rassegnazione di Napoleone che gli riversò addosso lo scherno più feroce». L’obiettivo di Schönberg con questa musica, che in più punti si avvicina alla consonanza, era anche di colpire la figura di Hitler. L’incontro più noto di Napoleone con la musica è però la Terza sinfonia op. 55, detta Eroica (1803) di Ludwig van Beethoven che con le sue cannonate in mi bemolle, prima voleva celebrare il suo eroe e poi strappò invece la dedica. Ferdinand Ries, biografo di Beethoven scrisse: «Fui il primo a portargli la notizia che Buonaparte si era proclamato Imperatore, al che ebbe uno scatto d’ira ed esclamò: (...) “Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; (...) diventerà un tiranno!”. Andò al suo tavolo, afferrò il frontespizio, lo stracciò e lo buttò per terra».
Napoleone usò la musica per l’affermazione del proprio potere e tutto ciò che andava in scena (in quella che oggi è l’Opéra National di Parigi) doveva avere la sua approvazione. Fra i compositori francesi gli piaceva JeanFrançois Lesueur (17601837) ma amava l’opera italiana, specie la scuola napoletana. Portò in Francia Giovanni Paisiello (1740-1816), gli commissionò la Missa Solemnis eil Te Deum per la sua incoronazione a Notre Dame. Interprete dello spirito napoleonico fu anche Gaspare Spontini (1774-1851), mentre Niccolò Paganini (1782-1840) nel 1807 compose la sua Sonata Napoleone, per la sola quarta corda del violino e orchestra.