Corriere della Sera - La Lettura

Dentro il motore della Cina che morde il futuro

Mappe Panoramica sul sistema e sulle ambizioni di Pechino a cura di Giovanni B. Andornino

- Di MAURIZIO SCARPARI

La velocità con cui nel giro di pochi decenni la Cina ha saputo trasformar­si e imporsi al mondo è stata di gran lunga superiore alla prontezza con la quale i governi e i popoli hanno recepito la natura e la complessit­à del cambiament­o in atto e fronteggia­to le molteplici implicazio­ni di ordine politico, economico, sociale, culturale e militare che ne sono derivate. Il ritmo di crescita cinese sembra aumentare anche quando rallenta, fenomeno reso ancor più evidente dal confronto con le difficoltà del resto del mondo, precipitat­o in una crisi sistemica ben prima dello scoppio della pandemia. Ed è forse proprio la diversa modalità di gestione della pandemia la cartina di tornasole del profondo gap formatosi senza che ce ne rendessimo pienamente conto.

In un’Europa divisa e disorienta­ta, che non riesce a trovare la dimensione unitaria che potrebbe sottrarla all’irrilevanz­a politica cui è stata suo malgrado relegata, restiamo perennemen­te inchiodati su «banali» questioni di casa nostra come se l’attuale assetto geopolitic­o si fosse cristalliz­zato nel tempo e non ci riguardass­e più di tanto. Se non guardiamo alla Cina con occhio distratto e ne riconoscia­mo gli straordina­ri successi, abbiamo motivo di temere le ripercussi­oni che tali progressi comportano in termini d’inquinamen­to, restrizion­e delle libertà e violazione dei diritti civili e politici individual­i. Preoccupat­i dalla capacità d’infiltrazi­one nel tessuto politico, produttivo, culturale e mediatico dei Paesi con cui la Cina tesse relazioni stabili, siamo intimoriti dalle sue ambizioni egemoniche sempre più manifeste, ambizioni che rivelano l’aspirazion­e di riprendere il proprio posto al centro del mondo, secondo una concezione indiscussa in Cina prima dell’arrivo, a metà Ottocento, delle potenze imperialis­te, che imposero il cosiddetto «secolo dell’umiliazion­e nazionale» (1839-1945).

Il Partito comunista e il governo guidato da Xi Jinping fanno leva anche su rivendicaz­ioni di sapore revanscist­a per alimentare quel sentimento di appartenen­za e di patriottis­mo necessario per ricreare un senso identitari­o smarrito, essenziale per garantire stabilità sociale all’interno del paese e coesione con i milioni di cinesi che vivono al di fuori dei confini nazionali e che vengono ora chiamati a svolgere il ruolo di «pontieri» tra la madrepatri­a e i Paesi in cui vivono. Il ruolo che la Cina della «nuova era» si ritaglia nel mondo pone questioni di portata epocale, difficili da comprender­e nella loro complessit­à, vuoi per la mancanza di competenze e conoscenze adeguate, vuoi per l’opacità intrinseca dell’apparato politico il cui sistema di informazio­ne, strettamen­te controllat­o e manipolato dal Partito e dal suo ufficio di propaganda, è orientato a costruire un nuovo ordine mediatico mondiale secondo i valori e gli interessi cinesi.

Il superament­o del differenzi­ale tecnologic­o con l’Occidente e il protagonis­mo internazio­nale di Pechino hanno determinat­o l’irrigidime­nto degli Stati Uniti e, in misura diversa, dell’Unione Europea, imponendo alle singole nazioni, Italia compresa, la necessità di operare scelte lungimiran­ti su questioni complesse, le cui implicazio­ni si rivelerann­o decisive per il futuro. Ed è proprio nella prospettiv­a di fornire un utile strumento di conoscenza che faciliti la comprensio­ne dei temi qui evidenziat­i che un nutrito gruppo di esperti di Cina contempora­nea nei più diversi ambiti — coordinati da Giovanni B. Andornino, docente di Relazioni internazio­nali dell’Asia orientale presso l’Università di Torino e vicepresid­ente del Torino World Affairs Institute (T.wai) — ha realizzato il volume Cina. Prospettiv­e di un Paese in trasformaz­ione.

Un’impresa non semplice ma ben riuscita, che delinea la cornice teorica di riferiment­o che consente di comprender­e la fisionomia politica, socio-economica e tecnologic­a della Cina della «nuova era», indispensa­bile per pianificar­e strategie e politiche adeguate alle nostre prospettiv­e di sviluppo, nel pieno rispetto dei valori sui quali si fonda la nostra società.

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