Corriere della Sera - La Lettura

SERVE UN’ALTRA RICOSTRUZI­ONE, AIUTACI!

- Di GIULIA LAZZARINI

Giorgio Strehler e il suo teatro sono stati i migliori anni della nostra vita, e non sempre ce ne siamo accorti. Strehler e Paolo Grassi sono stati fari di cultura in quegli anni. Anni turbolenti, difficili, combattuti, ma affrontati sempre con incrollabi­le fede nel teatro. Perché il teatro, Grassi lo diceva sempre, è come l’acqua per i pesci. Fare teatro non era solo mettere in scena uno spettacolo, ma era parlare di teatro; era spiegare il significat­o di teatro dell’uomo per l’uomo, del teatro come antidoto all’involgarim­ento.

Gli anni con Strehler li ho vissuti per la maggior parte al Piccolo di Milano, andando in tournée per il mondo e inaugurand­o con La tempesta, nel 1983, il Théâtre de L’Europe a Parigi. Abbiamo conosciuto lì

Dodin, il teatro russo, quello ungherese, le molte e cangianti realtà d’Europa con cui ci siamo confrontat­i. Che grande insegnamen­to quello stare insieme, quello scambio di culture! Cosa direbbe oggi, Strehler, il mio Maestro, di questo presente buio, incerto, che trabocca discordia e pericoli? Di questo mondo dove tutto si è fermato come nella favola di Hans Christian Andersen, La Regina delle Nevi, dove un troll crea uno specchio che fa sparire tutto ciò che di bello si riflette in esso, e di accentuare e deformare tutto il cattivo? Quale strega malvagia ha fatto questo triste incantesim­o? Non ci siamo accorti di niente, e ora il silenzio pesa su di noi e cancella quello per cui abbiamo lavorato...

Mi domando come Strehler saprebbe ricucire tutto questo. Se sarebbe ancora in grado di creare qualcosa di nuovo dalle fondamenta, come quando nel dopoguerra prese in mano il Piccolo ricostruen­do tutto, dai muri alla cultura? Ne sarebbe ancora capace o sarebbe sopraffatt­o dall’amarezza, oggi? Abbiamo perso così tanti amici, così tanta saggezza, che per riconquist­are un equilibrio bisognerà aspettare a lungo… Intanto il mondo gira, e dovremo essere noi a tenerlo insieme. Ad agosto saranno cent’anni dalla nascita di Strehler, molti dei quali li ho vissuti al Piccolo, perché il Piccolo è Milano e io amo Milano. Maestro, so che ci sei, che ci sei sempre stato, e che quel tuo credere nell’uomo continua a dare i suoi frutti. Resta con noi, positivo come sempre, anche in questo buio, positivo come sempre. Con profonda gratitudin­e, Giulia.

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