Corriere della Sera - La Lettura
Case, fratelli, affetti Sono i luoghi a creare i legami
La prosa sofisticata di Daniele Petruccioli, entrato nella dozzina dello Strega
Le case sono attraversate dalle storie e dalle generazioni, nel presente da chi le abita, in seguito dalle traiettorie dei morti che le hanno vissute e dalle possibilità di percorsi di chi le occuperà. Sembra dire così al lettore il narratore onnisciente di La casa delle madri, esordio di Daniele Petruccioli, già apprezzato traduttore, selezionato dalla giuria del Premio Campiello e nella dozzina dello Strega, mentre entra nelle vicende di una famiglia tra il palazzo di città e la villa al mare. Si incontrano i due edifici in via di smantellamento e ristrutturazione, disabitati, mentre la voce narrante dal periodare ampio e sintatticamente articolato, spesso contrappuntato da lunghi incisi, abbraccia nel passato con tono suadente e complesso quanto vuole narrare. Si tratta della vita della bella e libera Sarabanda, studiosa femminista, della sua famiglia e dei gemelli Elia e Ernesto avuti con Speedy, amore finito presto perché lui era un marito immaturo, troppo preso dalla voglia di ballare. Intorno a Sarabanda che è «molto decisa, molto amata e molto disapprovata» vi sono altri adulti: i suoi genitori, il padre ricco notaio e la madre Nina, la rigida suocera Ilide, un fratello e le sorelle.
In un’Italia in cui si sente l’eco degli anni Settanta, Sarabanda e Speedy sono «due genitori troppo giovani e sempre in fuga» che incontriamo in diverse tappe, mentre il fuoco del racconto si sposta dalla figura della madre ai figli: il sano Elia e il malato Ernesto. Il destino di quest’ultimo è segnato da una malformazione cerebrale derivata forse dall’uso maldestro del forcipe durante il parto e dal rifiuto di un medico inesperto di praticare «il fatidico, salvifico cesareo». Per quanto colpito dall’handicap, la madre lo spinge e lo forza fin dove possibile verso la normalità, ma Ernesto crescendo si chiude in modo sempre più aggressivo nella sua diversità e nell’autodistruzione, anche con l’abuso di droghe, peggiorando la sua salute.
È la malattia — «tragedia, labirinto fondante di questa famiglia» — che il narratore segue nel suo emergere in un alternarsi di momenti chiave, dal dettaglio rivelatore a scene madri più corali, che non seguono una linearità cronologica, ma un altro passo che definiremmo simbolico. Il risultato, in un romanzo praticamente senza dialoghi, è senza dubbio bello e ambizioso, anche se la duttilità dei piani temporali non gioca sempre a favore della fluidità della lettura. Il tornare di certi temi e momenti può risultare ripetitivo, dal continuo insistere sulla dicotomia tra il sano Elia e il non sano Ernesto, al ribadire ogni volta nei diversi passi del libro dedicati al tumore che affliggerà Sarabanda l’affetto dei figli, il primo vicino e il secondo distante perché si sente abbandonato. Vi è poi, in un certo senso, un eccesso di raffinata onniscienza nel narratore che lo porta ad esempio a spiegare nell’Intermezzo tra le due parti del romanzo perché segue la biografia dei due fratelli, per vedere negli anni «come malattia e gemellarità siano — in essa — entrate in contatto e in dialettica con la paura».
Sono sensazioni, queste, che il lettore grazie a personaggi ben definiti sta già vivendo esplicitamente nell’intreccio. Il rischio è di abbassarne la forza rappresentativa fino al finale non consolatorio ma la qualità della scrittura nella maggior parte della compagine rende comunque affascinante il movimento della memoria tra luoghi e affetti. A unirli è
«la pesantezza caratteristica dei corpi» che viene accolta dallo spazio e l’idea che ne scaturisce: «Noi crediamo di legarci a relazioni, sentimenti, persone; ma siamo molto più legati ai luoghi e agli oggetti che hanno accolto noi, e queste persone, coi sentimenti che ci siamo suscitati a vicenda e le relazioni che abbiamo intessuto». Un punto di vista insolito che è il cardine di un’opera prima che coniuga ricerca letteraria e fruibilità, come spesso accade nel catalogo della piccola e combattiva TerraRossa edizioni, svelando la voce di un autore maturo e da seguire.