Corriere della Sera - La Lettura

Cognetti scala la cima «Antonia»

- Di CRISTINA TAGLIETTI

Una ragazza milanese innamorata della montagna. «L’Antonia» aveva 26 anni quando nelle campagne di Chiaravall­e pose fine alla sua esistenza lasciando, lei che in vita non aveva pubblicato niente, una traccia profonda nella poesia del Novecento. Milano, la montagna, la scrittura: sono i tre elementi che hanno indotto Paolo Cognetti a curare L’Antonia (in uscita da Ponte alle Grazie), che è una biografia e nello stesso tempo un dialogo a distanza.

Nata bene, Antonia Pozzi aveva studiato le lingue all’estero, suonava il pianoforte, amava la Scala e il Conservato­rio (ci andò anche la sera prima di morire), aveva imparato a scalare le montagne come a esplorare le periferie della sua città, soprattutt­o dopo aver conosciuto e frequentat­o Dino Formaggio, come lei allievo di Antonio Banfi, di estrazione proletaria che diventerà docente di Estetica alla Statale di Milano. Cognetti — che ha letto la poetessa per la prima volta intorno al 2008, quando ha scelto di vivere in montagna e si è accostato a scrittori come Mario Rigoni Stern — affida il racconto alle sue lettere, alle sue poesie, alle sue fotografie lasciando la propria voce fuori campo, come una sorta di lanterna che il lettore può seguire. «Dopo aver studiato un po’ tutto quello che esiste su di lei — spiega a “la Lettura” — mi è venuta voglia di raccontarl­a con un taglio diverso perché mi sembra che la sua figura risulti un

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