Corriere della Sera - La Lettura
GLI OPERAI VOGLIONO AIUTI DALLO STATO COME I PADRONI
Pubblichiamo una sintesi del memorandum inedito, intitolato «Le pensioni per gli operai anziani in Italia», che fu allegato da Vilfredo Pareto alla lettera da lui spedita alla sua conoscente inglese Caroline Fitzgerald il 23 settembre 1892.
Per quanto riguarda l’azione del governo, è semplicemente una questione elettorale. A ogni nuova elezione generale i deputati d’opposizione mettono nel loro programma l’istituzione di una cassa per le pensioni. Il governo, per togliere quest’arma dalle mani dei suoi avversari, promette lui stesso d’istituire questa cassa. Ma né il governo né l’opposizione pensano seriamente alla cosa. La ragione è assai semplice. L’Italia si dibatte in difficoltà finanziarie molto gravi. Il governo non ha dunque assolutamente il denaro per fare niente di serio, né per l’istituzione di una cassa delle pensioni, né per alcuna altra istituzione in favore dei poveri — almeno fino a quando non ridurrà le spese per gli armamenti.
Per queste elezioni il governo fa annunciare dai suoi giornali ufficiosi che istituirà la cassa delle pensioni, finanziandola grazie a una somma che conta di risparmiare sulla conversione delle banconote. In effetti una somma di alcuni milioni di queste non è ancora stata presentata per la conversione, e saranno presto prescritte [perderanno la loro validità legale, ndr]. Ma per fare qualcosa di serio occorrerebbe una somma ben altrimenti considerevole! È dunque probabile che non se ne farà niente del tutto. È, del resto, forse la cosa migliore da fare.
Per quanto concerne l’iniziativa privata. Esiste un gran numero di società di mutuo soccorso, che generalmente promettono pensioni per la vecchiaia ai loro membri. Pare che i calcoli non siano stati sempre ben fatti ed è dubbio che tutte queste promesse possano essere mantenute. Molte società hanno già dovuto aumentare molto i contributi che i loro iscritti devono versare per trovarsi in grado di adempiere ai loro impegni.
Al 31 dicembre 1885, su 2128 società che promettono pensioni, solo 500 pagavano realmente pensioni. All’inizio dell’anno c’erano 6562 persone che godevano di pensioni – 636 cessarono di percepirle – 1239 ne ricevettero di nuove. Il numero totale di persone che godevano di pensioni alla fine del 1885 era di 7165. (…)
Gli operai delle città in Italia desiderano la cassa delle pensioni per la vecchiaia istituita dal governo come una forma di socialismo. Tutti gli operai che pensano sono socialisti in Italia. Non abbiamo qui persone come il signor Burt, che vogliono che gli operai agiscano di loro iniziativa. L’operaio italiano che ragiona non può che sperare nello Stato per il miglioramento della propria condizione. Vede il suo padrone e tutta la borghesia vivere dei favori dello Stato e aspira a fare lo stesso. Nelle campagne, tranne qualche eccezione (Toscana etc.) i contadini sono troppo miserabili e troppo ignoranti per pensare ad alcunché. Quelli che ragionano chiedono semplicemente la spartizione delle proprietà dei loro padroni. Il centro del socialismo operaio è Milano. Il socialismo agrario è forte nella provincia di Mantova e in Romagna. I capi socialisti importano in Italia le idee francesi e tedesche. L’istituzione di pensioni per gli operai, a carico dello Stato, fa parte del loro credo.