Corriere della Sera - La Lettura

Ammaniti si esalta sul luogo del delitto

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Niccolò Ammaniti ha uno zio d’America, Stephen King. Non ne aveva bisogno. È già ricchissim­o di suo di storie che fanno paura e hanno per eroi i bambini (la scaletta kinghiana). La summa, che riassumeva tutte queste storie e poneva loro fine, doveva essere Anna, il romanzo del

2015. Non fu così, il libro era scritto col braccino (si dice dei campioni di tennis che non riescono a vincere la partita decisiva). Così diedi un bruttissim­o voto a quello che doveva essere il più bel romanzo di

Ammaniti e non lo era stato. Mi dispiacque: adoro Ammaniti. Lui, sei anni dopo, è tornato sul luogo del delitto e dall’impianto profetico di Anna (un virus si impadronis­ce del mondo e stermina gli adulti; in Sicilia un gruppo di ragazzi lotta per sopravvive­re in un mondo senza più tetto né legge) ha immaginato una serie televisiva (la farfalla imprigiona­ta nel bozzolo del romanzo). Anna ,il film, è bellissimo, girato (cioè narrato cinematogr­aficamente) come Dio comanda. Ammaniti dirige i bambini con la sapienza di Vittorio De Sica in Ladri di biciclette; dipinge un affresco post- apocalitti­co che mixa La storia della colonna infame e Pinocchio; prega recitando un sequel del Padre nostro: nel nome della figlia (Anna) e non più del genitore. Ammaniti, dolcissimo (come i due attori protagonis­ti) e ferocissim­o (come nella scena del sarcastico funerale bocelliano), esprime definitiva­mente il terrore in cui vivono i bambini e l’orrore in cui muoiono gli adulti. Per un caso (ai miei occhi felicissim­o) la serie finisce allo stesso modo (ma con prospettiv­a rovesciata, guardando la Calabria dalla Sicilia) in cui finiva Il male oscuro di Berto, il romanzo italiano più bello del secondo Novecento (copyright professor Cesare De Michelis). Anna, il film, è il compimento della scrittura di Niccolò Ammaniti, un miracolo di San Gennaro letterario che scioglie l’inchiostro in luce, l’alfabeto in immagini. «In fondo il cinema», diceva Pasolini, «è solo una questione di sole». Come la vita.

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Niccolò Ammaniti (Roma, 1966)

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