Corriere della Sera - La Lettura
LA SCUOLA DI ATENE IN ABITI CASUAL
Solo una tra le più alte vette del Rinascimento? No. La scuola di Atene è anche una sorta di hall of fame formata da 58 pensatori. Una tra le più straordinarie icone della storia dell’arte, che è stata citata, usata, abusata. Nei secoli, l’affresco di Raffaello è stato reinterpretato, riscritto, riadattato, parodiato. Esercizi di ri-locazione: nell’arte, nel cinema, nella pubblicità, nei videoclip e in tanti altri momenti della cultura popolare. Alla monumentale drammaturgia di Raffaello si ispireranno, tra gli altri: Willhelk von Kaulbach in Die Reformation (1805) e Renato Casaro, che ha trasformato il capolavoro in un puzzle-défilé con le più grandi star di Hollywood (al posto di Aristotele e Platone ci sono James Dean e Marilyn Monroe). E ancora: Ben Willikens ha dipinto due versioni della Scuola per l’Haus der Wirtschaft di Stoccarda; Cy Twombly ha scarabocchiato il soggetto raffaellesco, rendendolo irriconoscibile attraverso una pittura-scrittura, esito di un’azione automatica prodotta dal segno e alternata a grumi di colore. Infine, il set Lego School of Athens and Friends, che immortala i filosofi trasformandoli in minifigure-macchine.
Di questi inattesi riaffioramenti parla Henry Keazor in Raffaels Schule von Athen von der Philosophenakademie zur Hall of Fame. Si tratta di uno studio colto e sorprendente che propone, innanzitutto, una ricerca sulle fonti sottese all’opera di Raffaello: comportandosi come un detective, Keazor svela fonti erudite, rinvii storico-artistici, letterari, filosofici e religiosi, ma sopratutto propone una ricca e divertita cartografia di citazioni. Divertissement? No, siamo dinanzi a esperienze che dimostrano come un’opera del passato possa sopravvivere, riattivarsi, ri-semantizzarsi attraverso gli sguardi degli spettatori di diversi secoli, le letture che i critici di varie epoche hanno offerto e i camuffamenti, i «pasticciacci», gli sberleffi, le mascherate.
All’apparenza, profanazione dell’originale. In realtà, tentativi per riaffermarne l’aura. Anche in abiti casual. (vincenzo trione)