Corriere della Sera - La Lettura
LA TENTAZIONE ASTENSIONISTA
«Chi vota frega anche te, digli di smettere», proclamava un manifesto anarchico degli anni Settanta, facendo il verso alla campagna ufficiale contro il tabacco («Chi fuma avvelena anche te...»). Oggi a ribadire il concetto, avvalorato dal crescente astensionismo elettorale, è lo studioso canadese Francis Dupuis-Déri nel pamphlet Addio alle urne ( traduzione di Elena Paul, Elèuthera, pp. 255, € 17). Il voto, argomenta l’autore, non seleziona certo gli onesti e i competenti, semmai i più ambiziosi e protervi. Il suo esito incide assai poco sulle condizioni di vita delle persone, soprattutto dei più umili. E le elezioni sorreggono un sistema strutturalmente oppressivo come quello statale. Anziché sprecare energie in un esercizio di facciata che legittima l’ordine costituito, sostiene Dupuis-Déri, meglio impegnarsi in un’azione diretta per cambiare il mondo dal basso in senso autogestionario.
Non sono tesi futili, benchél’ an ti parlamentarismo possa essere più facilmente declinato in senso tirannico che libertario. Resta assai arduo immaginare l’autogoverno spontaneo di una società complessa con un’articolata divisione del lavoro. Finché ci sarà bisogno di leggi, eleggere chi è chiamato ad approvarle resta una soluzione ragionevole, anche perché collaudata. Ma la crescente disaffezione verso le urne non è certo un segnale da sottovalutare.