Corriere della Sera - La Lettura

IL PUNTO MEDIANO DIVIDE LE PA·RO·LE E ANCHE I FRANCESI

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«Mettere dei punti in mezzo alle parole è un ostacolo alla trasmissio­ne della nostra lingua per tutti, per esempio per gli allievi dislessici», dice il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, che ha vietato l’utilizzo della scrittura inclusiva nelle scuole francesi. È il primo passo ufficiale che segue alcune prese di posizione informali, per esempio quella del 2017 quando il ministro si mostrò sorpreso per un manuale scolastico in scrittura inclusiva. Non si tratta di opporsi all’uso della versione femminile di alcune parole che indicano mestieri o funzioni (come professeur­e, professore­ssa) ma di contrastar­e «l’uso del punto mediano per fare apparire simultanea­mente le forme femminili e maschili di una parola di solito impiegata al maschile in senso generico». Per esempio: les étudiant·e·s per indicare in un colpo solo gli studenti — les étudiants — e le studentess­e — les étudiantes.

Il linguista Bernard Cerquiglin­i ha sottolinea­to che l’uso del punto mediano «rischia di essere socialment­e escludente, perché rompe con la corrente progressis­ta che, dal XVI secolo, milita in favore di una leggibilit­à democratic­a dello scritto, in particolar­e grazie a una semplifica­zione dell’ortografia»; alcuni giornali, come «Libération» o «Les Inrockupti­bles», usano il punto in mezzo alla parola come testimonia­nza progressis­ta e segno di modernità. La scuola ha scelto invece di tutelare un altro valore, quello dell’accesso più largo possibile alla comprensio­ne del testo. (stefano montefiori)

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