Corriere della Sera - La Lettura
Le meraviglie nel paese di Alice
Il Victoria and Albert Museum dedica un’esposizione al personaggio di Lewis Carroll (dai fondamentali risvolti filosofici) poi diventato un’icona globale. Gran finale con la Realtà Virtuale
Un fantasmagorico Paese delle Meraviglie allestito nei sotterranei del Victoria and Albert Museum: la mostra su Alice che si è appena aperta a Londra è un viaggio caleidoscopico e spiazzante all’inseguimento della bambina che insegue il Coniglio Bianco. Ma soprattutto è un’esplorazione dell’impatto multiforme e cangiante che la storia scritta da Lewis Carroll più di 150 anni fa ha avuto sulla cultura successiva, alta o pop.
«Si tratta di una delle mostre più ambiziose mai fatte al V&A — spiega il direttore del museo, Tristram Hunt — e la prima a offrire un’esperienza di realtà virtuale. La mostra trasporta i visitatori in un’esperienza ultra-mondana modellata da set teatrali, ambienti immersivi e allestimenti giocosi. Dalla sua pubblicazione, Alice ha fornito un’inesauribile fonte di ispirazione per le menti più creative del globo».
Tramite oltre 300 oggetti che spaziano dai film al teatro, dalla moda all’arte, dalla musica alla fotografia, gli spettatori possono immergersi negli adattamenti e reinvenzioni di Alice lungo un secolo e mezzo di storia, ripercorrendo la sua evoluzione da manoscritto a fenomeno globale. «Il V&A — aggiunge Hunt — è il primo museo a esplorare pienamente il suo impatto culturale e la sua influenza, da Salvador Dalí ai Beatles fino a Vivienne Westwood. Vogliamo ispirare le nuove generazioni a immaginare il loro Paese delle Meraviglie».
La mostra si apre con una sezione dedicata alle origini della storia di Alice: c’è il manoscritto originale di Lewis Carroll con le prime illustrazioni, ma soprattutto la sua ideazione viene collocata nel contesto dell’Inghilterra vittoriana. «È importante situarla nella sua epoca — spiega la curatrice della mostra, Kate Bailey — ma vedere anche come i temi del libro siano ancora rilevanti per noi. Alice è quasi una femminista vittoriana: ci sono le restrizioni dell’epoca, ma poi questo forte personaggio femminile appare nella letteratura. C’è qualcosa di molto potente che ancora oggi risuona: è un libro che ci incoraggia a pensare diversamente al mondo».
Uno spunto che è stato colto in primo luogo dalle numerose versioni cinematografiche, richiamate nella sezione «Filmare Alice», che va dalle prime intuizioni sur