Così si misura il Tempo Barocco

Reale, dunque misurabile grazie ai progressi della scienza di quattro secoli fa. Ma soprattutto allegorico, simbolico, poetico, fonte di ispirazione (e sofferenza) per alcuni tra i più grandi artisti dell’epoca: Tempo Barocco è il titolo della mostra allestita fino al 3 ottobre nelle rinnovate sale di Palazzo Barberini-Gallerie Nazionali di Arte Antica (barberinicorsini.org). Un’esposizione, a cura di Francesca Cappelletti e Flaminia Gennari Santori, che indaga il concetto di transeunte — tempo fuggevole che passa e va — attraverso alcuni capolavori prestati da musei nazionali e internazionali, dal Prado alla National Gallery di Londra. Oltre a dipinti, sculture e disegni, in mostra anche una serie di rari e preziosi orologi del XVII secolo, tra cui esemplari di meccanismi notturni e silenziosi, retroilluminati a candela, leggibili al buio e inventati proprio a Roma dai fratelli Campani per, così almeno vuole la leggenda, un papa insonne, Alessandro VII. Fra le tele esposte Le quattro età dell’uomo di Valentin de Boulogne, il sensuale Amor sacro e Amor profano di Guido Reni (sopra, dello stesso autore: Le quattro stagioni, 1617-1620), Elio e Fetonte con Saturno e le quattro stagioni di Poussin, Il Tempo sconfitto dalla speranza e dalla bellezza di Simon Vouet, Morte di Cleopatra di Guido Cagnacci. (edoardo sassi)