Corriere della Sera - La Lettura
Invece di Satana parlò la Vergine
Esorcismi Due volumi su altrettanti casi di possessione demoniaca a Roma (1834) e Parigi (1877). In entrambe le situazioni sono padri gesuiti che s’incaricano di scacciare i diavoli. Non mancano i dubbi e anche grosse sorprese
Già nel 1745 molto lucidamente Ludovico Antonio Muratori osservava e insinuava: «Dove esorcista non è conosciuto, ivi né pur si conoscono spiritati». Una conclusione che non fu accolta da tutti e non lo è neppure oggi, se da alcune parti si lamenta l’assenza di esorcisti capaci a fronte di un consistente aumento di richieste. Nonostante le difficoltà imposte dal Covid, il corso formativo per esorcisti, organizzato dall’ateneo Regina Apostolorum, quest’anno si è svolto su Zoom. Agli esorcisti si chiede, ora come allora, di individuare le autentiche insidie demoniache, distinguendole dalle patologie che richiedono altri trattamenti, come quelli psichiatrici, e di intervenire efficacemente.
Sin dal Seicento si cominciarono a definire i criteri (conoscenza di lingue antiche mai studiate e la repulsione per gli oggetti sacri, ad esempio) per la possessione demoniaca. Il diavolo che prende possesso di un corpo sfida l’intera comunità: non è più una questione privata. Molti furono i casi di cui resta testimonianza: eclatante e significativo fu quello di Loudun (1634), dove il diavolo si insediò nel convento delle orsoline, destando scalpore e clamore. Il contrasto forte tra donne devote e diavolo, tra puro e impuro, eccitava ed eccita.
Nei labirinti di possessione ed esorcismi, nel XIX secolo, quando ormai si potrebbe pensare le preoccupazioni scaturissero dal mondo terreno, ora ci guidano le storiche Fernanda Alfieri e Roberta Vittoria Grossi, con due casi, uno a Roma e uno a Parigi, avvenuti nel 1834 e nel 1877, mentre cominciava a svilupparsi la scienza psichiatrica, un significativo e fondamentale cambiamento di paradigma scientifico.
In entrambe le situazioni contro il diavolo, pronto a sferrare l’ennesimo attacco alla comunità dei cristiani, i gesuiti si schierarono in prima fila per affrontare queste possessioni demoniache di cui caddero vittime due giovani donne. Diversi le storie e i contesti storico-politici, ma sono sempre i gesuiti i protagonisti e le loro tracce sono seguite, nella trama di documenti scovati in molti archivi, con un lavoro meticoloso e intelligente.
Tra i vicoli del cuore di Roma, in una città che non c’è più e in una superstite e resistente con il suo sguardo sornione e amaro, che sbuca dal compiacimento dell’impiegato del cimitero monumentale del Verano per aver trovato il luogo di sepoltura della ossessa, Alfieri scopre Veronica Haremani, una ragazza di 19 anni,