Corriere della Sera - La Lettura
E ogni poeta è uno sciamano
Angelo Tonelli
Lo sciamano e il poeta hanno lo stesso ruolo: mostrano a chi vuole vedere ciò che altrimenti rimarrebbe invisibile. E anche se nell’epoca contemporanea, dominata dalla tecnologia, lo spazio per la ricerca spirituale sembra farsi sempre più ristretto, a volte escono opere che tentano di ricondurci all’origine della nostra cultura, quando Dioniso e Apollo avevano cittadinanza sulla Terra. È il caso di Negli abissi luminosi, a cura di Angelo Tonelli(Feltrinelli, pp. 512, 15), dove il grecista allievo di Giorgio Colli raccoglie le tracce che uomini e donne dello spirito hanno lasciato nella produzione letteraria dell’antica Grecia. L’esperienza mistica aveva e ha lo scopo di collegare chi vi si sottoponeva, attraverso il noûs, a quel mondo ineffabile che sta dietro al mondo, a una fonte di conoscenza originaria comune alle tradizioni spirituali di molti popoli, la cui dimensione intuitiva è capace di abbracciare tutte le cose, annullando le differenze e facendo apparire l’identità, perfetta e paradossale, di Uno e tutto. Dalle esperienze sciamaniche delle steppe mongoliche fino a Empedocle e alla Magna Grecia pitagorica, e facendo propri gli esiti di lavori di studiosi come Eric Robertson Dodds e Peter Kingsley, Tonelli compone un florilegio che mostra la pervasività dell’esperienza mistica nella cultura greca antica: è da questi testi che appare per magia, come una fiamma in un tempio sotterraneo, brillante e preziosa, la scaturigine della poesia.