Corriere della Sera - La Lettura
Freud sceneggiatore di Alfred Hitchcock
Nella notte del 24 luglio 1895 Sigmund Freud fa il sogno che rivoluziona il mondo. Oltre a Freud, ne sono protagonisti, la giovane vedova Irma, una paziente che sta male e tre colleghi medici. Per Freud il sogno dell’iniezione a Irma è un sogno professionale, deontologico, in cui si chiede se sia un buon medico ed esprime il desiderio di esserlo. Ma c’è dell’altro. Come succede spesso nei sogni, Irma non è solo Irma. In parte è un’altra amica di Freud, più intelligente e collaborativa di lei, una che avrebbe «aperto bene la sua bocca», senza farsi problemi, quando il medico vuole guardarle la gola. Irma, ancora, è la stessa moglie di Freud, pure lei restìa a farsi visitare dal marito per un dolore alla pancia. Freud si ricorda, poi, che una volta Otto, amico e collega presente nel sogno, gli regalò una grappa così scadente che lui si rifiutò di assaggiarla. «Allora diamola ai domestici!», aveva proposto la Signora Freud. «Ma sei matta!», aveva ribattuto lui, «Vuoi avvelenarli?». L’episodio ricorda a Freud un sogno precedente. Lui ha sete e chiede da bere alla moglie. Lei gli porge un’urna cineraria etrusca (che il marito le aveva portato in regalo dall’Italia). Lui beve, ma l’acqua è salata, ha un orribile sapore di cenere. Viene il sospetto che nel sogno di Irma ci siano più riferimenti sessuali (e di psicopatologia della vita coniugale?) di quelli ammessi da Freud. E poi c’è l’iniezione con una siringa non pulita che sempre Otto fa a Irma, vedova piacente. Direte: cosa ti prende, psicoanalizzi Freud? E ne tiri fuori una commedia sexy all’italiana (tipo Edwige Fenech in La dottoressa del distretto militare)? Perché no? Freud fu anche un grande sceneggiatore (come sapeva benissimo Alfred Hitchcock che lo saccheggiò nei suoi film). E il sogno di Irma precede di soli 5 mesi l’invenzione del cinema dei Lumière (dicembre 1895). Ai sogni di Freud darei l’Oscar perenne per il miglior film.