Corriere della Sera - La Lettura
COSÌ I MITI PROIBITI CHE SPIAVO DALL’ALBANIA DIVENNERO REALTÀ
Il regime comunista in Albania vietava tutto ma non poteva vietare il variare del tempo, delle stagioni, la pioggia o la neve. Sono nato in un Paese «confinato», chiuso al mondo. Era vietato farsi crescere la barba o i capelli e indossare pantaloni attillati ma non si poteva vietare l’arrivo della stagione calda. Con i primi caldi tornavano le rondini e il segnale televisivo. Le antenne rubavano al mare il suono, i film, la musica e i notiziari. Eravamo il Paese di fronte ma vedevamo all’orizzonte il mondo di fronte. Quando, per la prima volta, sentii Franco Battiato cantare «e Radio Tirana trasmette musiche balcaniche», ne fui orgoglioso. Non capivo il significato, ma Battiato menzionava Radio Tirana, sapeva di noi! Lo dissi a un amico, ma mi guardò sbalordito. Aveva seguito la sua prima gara di Formula Uno e parlava solo di macchine che correvano alla velocità del suono. Io mi preoccupavo di Radio Tirana e lui delle macchine indemoniate.
Nonostante tutto, la vera passione rimaneva sedersi per l’intera giornata di fronte alla tv e trascorrere la notte con l’orecchio attaccato alla radio. In queste intercettazioni, si sviluppava un senso nuovo: capivamo seguendo