Corriere della Sera - La Lettura
Lezioni di vita di un inglese d’altri tempi
Le attualissime domande senza risposta dell’umorista Jerome K. Jerome
Sette (brevi) capitoli per altrettante domande (da «Siamo davvero interessanti quanto crediamo di essere?» a «Perché non ho sposato quella ragazza?», passando per«“Gli scrittori scrivono troppo?», «Le storie dovrebbero essere reali?”», «Dovremmo dire quello che pensiamo o pensare quello che diciamo?», «I giovani sanno tutto ciò che vale la pena conoscere?» e «Quante bellezze sono nascoste nella musica?»). Le risposte, però, non ci sono, almeno non esplicitamente: sta al lettore darle. Jerome K. Jerome (lui, quello di Tre uomini in barca) si limita, si fa per dire, a fornire l’assist vincente, con l’understatement tipico del grande umorista, narratore e acuto osservatore sociale quale fu nell’Inghilterra di fine Ottocento e inizio Novecento. Ed è uno spasso seguirlo nei dribbling fra i paludati terreni della società letteraria post-vittoriana per poi affidarci la palla da scagliare nella rete delle ipocrisie, delle piccinerie e della vanagloria. Anche perché le sue stoccate — vergate nel 1905, quando uscì la raccolta Idle ideas in 1905 da cui Chiara Voltini ha estrapolato le perle qui radunate — sembrano scritte oggi.
Il quadro dei salotti della ricca borghesia britannica, ad esempio, sembra l’anticipazione delle «bolle» odierne sul web, dove ciascuno riconosce, e cerca, solo «i suoi» per confermarsi delle proprie opinioni, come quella signora amante delle colte conversazioni e «con opinioni consolidate a favore del suffragio femminile» che «desidera incontrare un signore che abbia le stesse idee di San Paolo al fine di una discussione». E che dire dell’affresco degli scrittori verbosi e iper-prolifici del tempo, i cui personaggi sembrano pescati da collezioni di ingessati cliché pronti all’uso o del ritratto dei giovani in cerca di gloria, per i quali Omero era «un tizio che aveva scritto roba davvero interessante» e Ovidio un tale le cui opere «erano quasi al livello di Robinson Crusoe»? La lista potrebbe continuare, ma ci fermiamo qui, speranzosi che qualche novello Jerome possa presto riaffacciarsi all’orizzonte delle nostre lettere. Ne avremmo bisogno…