Corriere della Sera - La Lettura
Niente soft power con le serie tv
La sfida dell’intrattenimento La produzione di Pechino punta al pubblico interno, Netflix non sfonda
Netflix in Cina aveva fallito: sbarcò nel Regno di Mezzo con House of Cards ,mala messa in onda fu bloccata dalla censura; ci riprovò nel 2017 concedendo in licenza alcuni contenuti a iQiyi, piattaforma streaming da mezzo miliardo di utenti, ma la partnership naufragò in due anni. Perché? Netflix è arrivata tardi, è troppo cara e troppo americana. Gli spettatori cinesi, come quelli indiani, preferiscono programmi locali. In più, le emittenti e i servizi di streaming nella Repubblica popolare devono limitare per legge i programmi stranieri al 30% del contenuto totale. Risultato: Netflix si piazza appena 14ª con 182 milioni di abbonati, poco rispetto alla prima in classifica Tencent Video, quasi un miliardo di utenti.
Nel 2019 la svolta. La casa di Los Gatos rovescia la strategia: acquista i diritti delle serie cinesi per distribuirli nel mondo e produce contenuti originali in mandarino per chi parla o studia cinese fuori dalla Cina: pubblico potenziale di miliardi. Se qualcuno teme che quest’invasione di contenuti cinesi sia una sottile forma di soft power, niente paura, non c’è un piano segreto dietro. Dimostrazione eclatante è che la serie più seguita in Cina nel 2020 con 81,3 miliardi di visualizzazioni, Eternal Love of Dream ,in Europa non è nemmeno disponibile. Si tratta di un fantasy in un reame dove tutti i protagonisti sono immortali, Giulietta è una fata-volpe a nove-code e Romeo è un imperatore celeste. Ciliegina sulla torta, tanto per calmare gli animi: la protagonista è interpretata da una diva uigura. Per chi riuscisse a procurarsela, Tolkien, anche dopo più dosi di funghi allucinogeni, apparirebbe un novellino.
Quanto si può seguire in Italia offre uno sguardo sulle diverse tipologie delle serie made in China, rispetto alle quali, spesso, il Trono di Spade ha una trama semplice e pochi episodi. Nella capitale dell’impero Tang ci catapulta The Longest Day in Chang’an (Amazon Prime). È il 744 d.C., i pellegrini provenienti da tutto il regno si stanno dirigendo in città per il Festival delle Lanterne ma un giovane 007 riceve la soffiata che tra i visitatori si sono infiltrati dei terroristi; per farsi aiutare, fa evadere un ex soldato di prigione: hanno 24 ore di tempo. Tra le serie teen (l’unico terreno su cui i cinesi riescono a collaborare con i giapponesi) spicca Meteor Garden (Netflix) dal manga Hana Yori Dango: la protagonista è stata accettata nell’università più prestigiosa ma deve subito fare i conti con i quattro ragazzi più in dell’istituto, gli F4.
Cartoni animati? In Scissor Seven un ex sicario vuole rifarsi una vita come parrucchiere: puntualmente i rivali del passato arrivano in negozio per eliminarlo. Reality? Mai guardare Flavourful
Origins (2019) a stomaco vuoto: esplora nel sud della Cina il mondo della cucina
chaoshan, i suoi ingredienti unici e leggerissimi e soprattutto le storie delle persone dietro le ricette. Se non amate i fornelli, in J-Style Trip (2020) potete seguire l’illusionista Jay Chou in viaggio per il mondo con i suoi giochi di prestigio. Tiutt’e tre Netflix.
Due film su tutti: Netflix (ancora) si è aggiudicata la distribuzione del film di fantascienza The Wandering Earth, terzo miglior incasso 2019. Tenete d’occhio la sci-fi cinese: i creativi cinesi si rifugiano nel futuro, dove la censura colpisce meno facilmente e i risultati sono di una freschezza che conforta. Nel 2015 il regista Chen Sicheng ha creato la saga geniale di Detective Chinatown: una coppia improbabile di investigatori risolve casi in giro per le Chinatown di mezzo mondo; la serie ha infranto diversi record mondiali al box-office. Gli insaziabili troveranno 12 episodi di uno spin off uscito solo per il web, su iQiyi.
Più controverso, invece, il bouquet delle serie disponibili in Cina. Prodotto da Tencent per la sua piattaforma, The
Untamed snocciola le avventure di due stregoni che combattono con le arti marziali stuoli di zombi. Nel romanzo web alla base dell’opera i due sono omosessuali ma in Cina dal 2015 è proibito mostrare relazioni Lgbtq in tv: quindi niente baci. Ma la internet literature è un fenomeno epocale in Asia, che assicura uno zoccolo duro di fan e sfugge più duttilmente alla censura. L’industria televisiva cinese ha fiutato l’affare e ha acquistato i diritti di 60 romanzi a tematica omosessuale pubblicati originariamente su Jinjiang, il sito cinese di letteratura web: i produttori dovranno edulcorarne i contenuti ma sanno che avranno spettatori garantiti, quei milioni di lettori che la versione non censurata della storia la conoscono già.