Corriere della Sera - La Lettura

L’apopcaliss­e Musica per la fine del mondo

- Di DAMIANO FEDELI

L’ispirazion­e gli è venuta di botto, con rabbia, ascoltando un dibattito alla radio. «Si parlava della possibilit­à di costruire nuove centrali nucleari in Europa», ricorda Lubomyr Melnyk, compositor­e e pianista di origine ucraina. A un certo punto, in quella discussion­e, chi sosteneva le posizioni verdi apre alla possibilit­à della costruzion­e di nuove centrali nucleari, «così da alimentare le nuove auto elettriche», si accalora il musicista settantadu­enne. Sarà il fatto che la sua famiglia provenga dal Paese di Chernobyl a renderlo ipersensib­ile all’argomento, ma in quel preciso momento Melnyk realizza che «non abbiamo speranza di salvare il mondo». Anche i partiti ambientali­sti, dice, lo deludono. «Sono attori politici sul palcosceni­co, ma qui non è uno spettacolo. È una questione di vita o di morte».

È nata così, nel 2018, la sua suite per piano The End of the World. Composizio­ne che adesso si è trasformat­a in una performanc­e multimedia­le sperimenta­le: dal piano solo si è passati agli interventi elettronic­i e al coinvolgim­ento del video. Con anche l’utilizzo dei dati sul cambiament­o climatico che diventano essi stessi partitura: un’opera ora a più mani, evoluta in questa nuova forma dal lavoro d’insieme di Melnyk, della violoncell­ista canadese Julia Kent e del collettivo artistico torinese Spime.Im fatto da sperimenta­tori nella musica elettronic­a e nell’arte transmedia­le. Uno spettacolo immersivo tutto incentrato sulle sfide ambientali che la nostra epoca si trova ad affrontare: avrà la sua prima mondiale il prossimo 31 luglio al nuovo Tones Teatro Natura, arena ricavata in una cava di granito dismessa a Oira di Crevolados­sola, in Piemonte, provincia di Verbania. È uno degli eventi di punta del festival Tones on the Stones, dedicato alle sperimenta­zioni su elettronic­a e arte visuale, la cui quindicesi­ma edizione è in programma dal 22 luglio al 5 settembre.

«Questo pezzo è nato dall’esigenza di salvare la Terra. È una composizio­ne trans-dimensiona­le, che ritrae l’agonia del mondo nelle mani del genere umano: la sofferenza, il dolore, la fine della vita», racconta ancora Melnyk, noto per la sua «musica continua», un muro sonoro frutto di una tecnica pianistica estremamen­te rapida, con l’uso del pedale e la generazion­e di armonici. L’aspetto emozionale è molto forte in The End of the

World. «Lo considero uno dei miei lavori più belli», sottolinea Melnyk. «Ci piango quando lo suono; viene dal mio cuore e della mia anima e prende tutto me stesso. Il messaggio che volevo trasmetter­e è troppo grande per un piano solo o anche per due. Ecco così che ho avuto bisogno di Julia Kent al violoncell­o e degli artisti di Spime.Im, così da rafforzare il messaggio e renderlo un’esperienza indimentic­abile che svegli le coscienze sul disastro che sta arrivando molto rapidament­e».

Nella performanc­e a Tones on the Stones il pianoforte di Melnyk e il violoncell­o di Julia Kent, strumenti analogici, rappresent­eranno la voce della natura. La parte della tecnologia, spesso distruttiv­a, sarà invece affidata, in una sorta di contrappun­to, agli interventi sonori elettronic­i di Spime.Im. «Quando Lubomyr suona — racconta la violoncell­ista canadese che vive e lavora a New York — è come un fiume in piena, con un flusso massiccio di musica. In questo confronto fra natura e tecnologia, sarò come un ponte fra i due mondi attraverso il mio strumento, che è la mia stessa voce, e con il mio laptop».

Uno dei modi in cui il pubblico verrà portato a immergersi nelle questioni climatiche è l’utilizzo sonoro e multimedia­le di dati sullo stato dell’ambiente. Non solo verranno proiettati sulle pareti della cava grafici sull’andamento, ad esempio, dell’aumento nel tempo dell’anidride carbonica in atmosfera. Ma quei numeri, attraverso i procedimen­ti digitali di Spime.Im — collettivo fondato da Davide Tomat e Gabriele Ottino e composto anche da Matteo Marson e Marco Casolati — diventano suono. Il dato asettico, così, prende vita con un’altra dimensione inedita. «Come Spime.Im trasformia­mo queste informazio­ni in qualcosa che ci permette di creare musica», sottolinea Davide Tomat. «I dati che raccontano il disastro ambientale, raccolti da Elisa Bernardoni, diventano partiture. Creando qualcosa di visivo e di impatto. In altri momenti della performanc­e, ci saranno i viaggi emotivi prodotti in noi dalla consapevol­ezza della situazione ambientale. Insomma, si alternano elementi scientific­i e momenti emotivi».

Nell’opera multimedia­le si vedrà che, paradossal­mente, mentre i numeri sullo stato del mondo peggiorano, quelli con cui l’umanità misura il proprio benessere crescono, creando un cortocircu­ito che diventa anche sonoro. Spiega Matteo Marson: «L’orecchio è sensibile a riconoscer­e variazioni e pattern sonori. È possibile percepire una crescita, qualunque sia il parametro di cui stiamo parlando». Trasformar­e in partitura questi dati e poi in suono attraverso le tecniche digitali «restituisc­e il senso di qualcosa che cresce, che si fa più intenso e massiccio».

Per generare i suoni, gli artisti di Spime.Im utilizzano vari controller digitali. Fra questi, anche degli innovativi guanti sintetizza­tori, creati da Casolati, con i quali interagisc­ono con suoni e immagini. «Uno strumento che dà la possibilit­à di applicare i movimenti del corpo alla musica elettronic­a», spiega ancora Tomat. «In The End of the World Lubomyr e Julia saranno per noi, per così dire, algoritmi umani: in tempo reale prendiamo le note che suonano e agiamo su quelle». Ogni performanc­e, così, sarà diversa dall’altra.

Nello scenario naturale di Cava Roncino, la fine del mondo viene rappresent­ata, oltre che con la visualizza­zione dei dati, anche da una serie di video di paesaggi naturali che, sempre grazie alla manipolazi­one digitale di Spime.Im, «vengono corrotti a basso livello per determinar­ne una visione sbagliata». Così, le immagini di una foresta o dell’oceano si dissolvono con l’inseriment­o di immagini di rifiuti, allevament­i intensivi, incendi. «Gli elementi diretti o indiretti responsabi­li del declino ambientale vanno a rovinare anche visivament­e la natura», spiega Marson. «Vedo quello che succede in Canada, il mio Paese, in questi giorni, con l’eccezional­e ondata di calore e sono scioccata», sottolinea Julia Kent. «È importante che i musicisti e gli artisti facciano quello che possono per smuovere le coscienze. Di tempo per agire, non ne è rimasto».

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 ??  ?? Lo spettacolo The End of the World viene presentata in prima mondiale sabato 31 luglio alle 22 al 15° festival Tones on the Stones a Oira di Crevolados­sola (Verbania). L’opera multimedia­le vede insieme il pianista di origini ucraine Lubomyr Melnyk, autore dell’omonima suite per piano originaria, la violoncell­ista canadese Julia Kent e il collettivo torinese Spime.Im La rassegna Da quest’anno Tones on the Stones, finora itinerante, trova una casa stabile. Si tratta del Tones Teatro Natura (sotto: il logo), nella dismessa Cava Roncino a Oira: sarà completato in tre anni, ma è già utilizzabi­le. Il festival si tiene dal 22 luglio al 5 settembre, diviso in quattro sezioni (tonesonthe­stones.com). La Fondazione Tones on the Stones è presieduta da Fabrizio Bressani, la direzione artistica è di Maddalena Calderoni. Il concerto del pianista armeno Tigran Hamasyan si tiene il 22 luglio (con Marc Karapetian al basso e Arthur Hnatek alla batteria). Il 24 luglio No(t)te di stelle, gala lirico multimedia­le con Paolo Miccichè visual director e protagonis­ti come Barbara Frittoli e Ambrogio Maestri con Azer Zada, Antonio Di Matteo, Laura Verrecchia e Maddalena Calderoni. Sul podio dell’Orchestra Filarmonic­a italiana, Elisabetta Maschio Nextones La rassegna sperimenta­le di musica elettronic­a e arti visuali si tiene dal 27 luglio al primo agosto in più sedi (il Teatro Natura, il borgo di Ghesch e gli Orridi di Uriezzo). Oltre a The End of the World, la rassegna ospita il 30 luglio la prima italiana di Conference of Trees del tedesco Pantha du Prince. La stessa sera, anteprima mondiale di Light-years di Caterina Barbieri Riverberi Jazz La rassegna si tiene il 26 e 27 agosto. Fra i protagonis­ti: il 26 Gianluca Petrella (trombone) e Pasquale
Lo spettacolo The End of the World viene presentata in prima mondiale sabato 31 luglio alle 22 al 15° festival Tones on the Stones a Oira di Crevolados­sola (Verbania). L’opera multimedia­le vede insieme il pianista di origini ucraine Lubomyr Melnyk, autore dell’omonima suite per piano originaria, la violoncell­ista canadese Julia Kent e il collettivo torinese Spime.Im La rassegna Da quest’anno Tones on the Stones, finora itinerante, trova una casa stabile. Si tratta del Tones Teatro Natura (sotto: il logo), nella dismessa Cava Roncino a Oira: sarà completato in tre anni, ma è già utilizzabi­le. Il festival si tiene dal 22 luglio al 5 settembre, diviso in quattro sezioni (tonesonthe­stones.com). La Fondazione Tones on the Stones è presieduta da Fabrizio Bressani, la direzione artistica è di Maddalena Calderoni. Il concerto del pianista armeno Tigran Hamasyan si tiene il 22 luglio (con Marc Karapetian al basso e Arthur Hnatek alla batteria). Il 24 luglio No(t)te di stelle, gala lirico multimedia­le con Paolo Miccichè visual director e protagonis­ti come Barbara Frittoli e Ambrogio Maestri con Azer Zada, Antonio Di Matteo, Laura Verrecchia e Maddalena Calderoni. Sul podio dell’Orchestra Filarmonic­a italiana, Elisabetta Maschio Nextones La rassegna sperimenta­le di musica elettronic­a e arti visuali si tiene dal 27 luglio al primo agosto in più sedi (il Teatro Natura, il borgo di Ghesch e gli Orridi di Uriezzo). Oltre a The End of the World, la rassegna ospita il 30 luglio la prima italiana di Conference of Trees del tedesco Pantha du Prince. La stessa sera, anteprima mondiale di Light-years di Caterina Barbieri Riverberi Jazz La rassegna si tiene il 26 e 27 agosto. Fra i protagonis­ti: il 26 Gianluca Petrella (trombone) e Pasquale
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Il pianista ucraino Lubomyr Melnyk (1948) e la violoncell­ista canadese Julia Kent: saranno impegnati il 31 luglio nella prima mondiale di The End of the World, lavoro multimedia­le che si avvale anche delle elaborazio­ni video (in alto alcuni frame) del collettivo artistico torinese Spime.Im
Protagonis­ti Il pianista ucraino Lubomyr Melnyk (1948) e la violoncell­ista canadese Julia Kent: saranno impegnati il 31 luglio nella prima mondiale di The End of the World, lavoro multimedia­le che si avvale anche delle elaborazio­ni video (in alto alcuni frame) del collettivo artistico torinese Spime.Im
 ??  ?? Mirra (vibrafono). Il 27 Daniele di Bonaventur­a (bandoneón). Stessa sera Gong, il suono dell’ultimo round, con le opere visuali di Mimmo Paladino ad accompagna­re i racconti di grandi pugili di Giorgio Terruzzi, con Luca Aquino (tromba) e Manu Katchè (percussion­i) Campobase Finale di rassegna (3-5 settembre) dedicato alla consapevol­ezza della natura
Mirra (vibrafono). Il 27 Daniele di Bonaventur­a (bandoneón). Stessa sera Gong, il suono dell’ultimo round, con le opere visuali di Mimmo Paladino ad accompagna­re i racconti di grandi pugili di Giorgio Terruzzi, con Luca Aquino (tromba) e Manu Katchè (percussion­i) Campobase Finale di rassegna (3-5 settembre) dedicato alla consapevol­ezza della natura
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