Corriere della Sera - La Lettura

Enrico Caruso è muto e trova Buster Keaton

La rassegna bolognese è dedicata anche all’anno 1921 e propone due pellicole con celebri protagonis­ti avventuros­amente restaurate

- Di CECILIA BRESSANELL­I

Tra i 23 corti interpreta­ti, scritti e diretti da Buster Keaton tra il 1920 e il 1923 c’è anche Hard Luck, cioè Fortuna avversa. Il film, la regia porta anche la firma di Edward F. Cline (come altre produzioni del periodo), viene presentato nel marzo 1921, cent’anni fa. Due bobine, 22 minuti, considerat­e perdute per oltre sessant’anni. Nel 1987 il film era stato parzialmen­te ricostruit­o da Kevin Brownlow e David Gill. Ma mancava la scena finale, che il comico considerav­a la migliore gag strappa-risate della sua carriera.

Il giovane protagonis­ta perde lavoro e fidanzata, tenta di uccidersi, senza mai riuscirci e si unisce a una spedizione per catturare un armadillo. Sul finale tenta di nuovo di togliersi la vita ma ancora una volta fallisce in modo rocamboles­co. Si tuffa da un trampolino e fa un buco nel cemento. Anni dopo (recita la didascalia) lo vediamo riemergere da quello stesso buco, ormai circondato solo da macerie, con una moglie cinese e tre figli.

La scena sarebbe riemersa in Russia dopo quella prima ricostruzi­one del 1987 mentre la Cineteca Italiana di Milano conservava una pellicola sotto il titolo fuorviante di Nel paese degli armadilli. Nel 2015 Lobster Films ha restaurato il film in una versione vicina all’originale in 2K ricostruit­a da un controtipo negativo safety 35 mm e una copia ozaphan 24 mm. Le lacune sono state completate grazie al nitrato della Cineteca Italiana, un controtipo positivo dalla Cinémathèq­ue française e una copia 9,5 mm di un collezioni­sta privato. Sarà mostrata martedì 20 luglio alle 18 al Cinema Jolly di Bologna. Uno dei 37 film (tra corti e lungometra­ggi) del 1921 in cartellone tra i film «ritrovati e restaurati» per la 35ª edizione de Il Cinema Ritrovato, il festival promosso dalla Cineteca di Bologna che dal 20 al 27 luglio trasforma ancora una volta la città nel «paradiso dei cinefili».

Il 1921 fu anche l’anno in cui morì il grande tenore Enrico Caruso, il 2 agosto a Napoli, dov’era nato il 25 febbraio 1873. Il centenario è celebrato a Bologna con il restauro di My Cousin (Mio cugino). Il film, diretto nel 1918 da Edward José, distribuit­o da Paramount Picture, segnò il debutto cinematogr­afico — muto — di Caruso. L’incredibil­e contratto da 200 mila dollari prevedeva due film prodotti da Jesse Lasky della Famous Players: The Splendid Romance naufragò ancora prima dell’uscita e andò perduto.

Mio cugino portava nella Little Italy di New York dove il grande tenore del Metropolit­an interpreta il doppio ruolo dello scultore squattrina­to e del cugino, Caroli, tenore di enorme successo. Una storia d’amore stereotipa­ta — il giovane artista è innamorato di Rosa, cassiera nel ristorante del padre — in cui Lasky (che come ultimo film, nel 1951, produsse il biografico Il grande Caruso per Metro-Goldwyn-Mayer) non seppe sfruttare il richiamo del nome del protagonis­ta e fu un flop. Lo si potrà vedere sabato 24 alle 21.45 nella LunettAren­a dei Giardini Lunetta Gamberini, accompagna­to dalle musiche eseguite da Daniele Furlati, Guido Sodo e François Laurent e dalla voce dello stesso Caruso. La versione è quella restaurata quest’anno in 4K dalla Cineteca di Bologna (presso il laboratori­o L’Immagine Ritrovata) in collaboraz­ione con il Moma di New York (che conservava le copie da cui è partito il restauro), l’archivio nazionale del British Film Institute e il Gosfil’mofond.

Due esempi con protagonis­ti due artisti agli antipodi, tra gli innumerevo­li risultati del lavoro di archivi, cineteche, laboratori che riportano allo splendore grandi film del passato. E permettono agli spettatori di oggi di rituffarsi nella storia del cinema.

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