Corriere della Sera - La Lettura
L’abuso di narcotici durante i lockdown
Come è cambiato in questi mesi l’abuso di stupefacenti in Italia
Dormire, forse sognare: ritrovarsi in un incubo. In tempi di Covid, confinamenti e paure le droghe in circolazione placano, assopiscono, intorpidiscono. E poi intossicano e uccidono non meno delle vecchie. Anzi, in molti casi risultano più concentrate e letali. Tra le 128 nuove sostanze psicoattive (indicate con l’acronimo inglese Nps) rilevate di recente in Italia dallo Snap, il Sistema nazionale di allerta precoce, si registrano le «solite»: cannabinoidi sintetici, per esempio, catinoni. Composti di laboratorio che non replicano l’originale in natura (in questi casi la cannabis o il khat, l’erba allucinogena che si vede masticare ai bordi delle strade dell’Africa orientale), ma agiscono sugli stessi recettori del cervello.
La dottoressa Simona Pichini, responsabile dell’Unità di farmatossicoI logia dell’Istituto superiore di sanità (che coordina lo Snap), ha però osservato negli ultimi tempi la diffusione di due classi di sostanze che meritano attenzione. 1) Nuove benzodiazepine, ben più potenti di quelle vendute in farmacia. L’etizolam, tra le formule, il flubromazepan: ansiolitici al cubo, che moltiplicano l’effetto sedativo come quello dannoso. 2) E poi — allerta rossa — nuovi oppiodi sintetici, come derivati fentanilici, benzimidazoli, nitazeni.
Le ragioni della domanda sono evidenti. Chiuse le discoteche, censurate le feste, rinviati i concerti, il desiderio di psicostimolanti come ecstasy o Mdma, che hanno a lungo dominato il mercato delle droghe sintetiche, è scemato. L’offerta si è dunque adeguata, usando i canali già conosciuti del dark web, per recapitare spesso direttamente a domicilio nuove pasticche e bustine, questa volta di narcotici.
fentanili, in particolare, sono sotto la preoccupata vigilanza degli investigatori. Dell’ecatombe in corso negli Stati Uniti abbiamo spesso scritto su «la Lettura»: la diffusione scriteriata da parte di medici compiacenti, per conto di grandi case farmaceutiche, di un potente antidolorifico come l’ossicodone, ha prodotto un esercito di tossicodipendenti, consegnati all’eroina e infine al suo parente sintetico, il fentanyl, con la conseguenza di un’epidemia di overdose da oltre cento morti al giorno. In Italia, con alcune eccezioni, è difficile che si replichi lo stesso meccanismo, perché il controllo sulle prescrizioni è molto più efficace. Fonti di magistratura, però, raccontano di una recente incredibile invasione di oppiodi. Il segnale viene dai sequestri: le cifre non sono ancora disponibili, molte indagini sono in corso, ma i magistrati riferiscono di una quantità notevole di sostanze
nuove e altamente tossiche rintracciate all’ingresso sul territorio italiano (prevalentemente provenienti da Est); o in confezioni spedite dall’estero.
I passaggi sono noti: i precursori (le sostanze base da combinare assieme) arrivano legalmente dalla Cina; chimici criminali li assemblano in laboratori clandestini sperduti in Olanda, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca o Gran Bretagna. Quindi li spediscono via corriere. Il vantaggio per gli spacciatori è che non serve una grossa organizzazione per procurarsi la sostanza — dunque non è necessariamente business di mafia, ma anche di piccoli trafficanti fai da te —; una quantità minima garantisce una resa altissima.
Qualche dato da sequestri degli ultimi mesi: 180 milligrammi di fentanyl ripartiti per 2.160 dosi; ogni dose può essere rivenduta a una cifra che va dai 50 ai 300 euro. Dunque il guadagno minimo — per soli 180 mg — è di almeno 108 mila euro. Per una partita da 7.800 dosi la Procura sa che lo spacciatore ha investito appena 510 euro: 15 euro scarsi l’una. È evidente la convenienza rispetto a droghe che arrivano dai campi di papavero in Afghanistan, tra signori della guerra, trafficanti internazionali, passaggi di consegna di mafie locali. Senza contare che il papavero ha i suoi tempi e modi di maturazione.
L’effetto sul consumatore, però, non è identico. È peggiore. Un oppioide sintetico può dare assuefazione immediata e soprattutto può essere 100 volte più potente. È la ragione delle morti americane: l’eroina tagliata con il fentanyl è più economica, più facile da reperire. Ma il tossicodipendente spesso non sa dell’aggiunta del farmaco. In Italia i decessi attribuiti a questo mix si contano ancora sulle dita di una mano; ma si segnala che non sempre per una morte da overdose si apre un’inchiesta e si esegue un esame tossicologico (costoso) — avverte la dottoressa Pichini —: la maggior parte delle analisi si fanno sui sequestri e nei casi di gravi intossicazioni.
Che la materia sia molto pericolosa lo sa bene il maggiore Riccardo Napoli, Reparto operativo del Comando Carabinieri per la tutela della salute, che si dedica proprio alla ricerca di nuovi narcotici in circolazione. Ricerca ora facilitata dal decreto del 30 giugno 2020, che inserisce anche gli «analoghi di struttura» del fentanyl tra gli stupefacenti: prima ogni cambio di formula sfuggiva alle tabelle e quindi anche alla legge.
Per spiegarne la potenza incontrollabile, Napoli ricorda la tragedia della Dubrovka: nell’ottobre 2002, il teatro di Mosca venne preso d’assalto da terroristi ceceni; per liberare gli spettatori in ostaggio, le forze speciali russe nebulizzarono attraverso i condotti di areazione un medicinale usato per le anestesie: il fentanyl. Il conteggio dei morti non è ufficiale ma si aggira attorno ai 200. Anche solo per avvicinarsi a una partita di sospetti oppiodi i carabinieri usano tute, guanti, maschere protettive, racconta Napoli: in alcuni casi, c’è il rischio di overdose, oltre che per inalazione, solo con il contatto della pelle.
Ma come è possibile allora che queste droghe siano così diffuse? Come può circolare un’eroina sintetica dopo la strage che ha fatto quella «naturale» in Italia negli anni Settanta e Ottanta? Pichini, come molti altri scienziati nel suo campo, ha constatato che i più giovani non hanno memoria nè informazioni. E mescolano con leggerezza, per dire, la codeina a una soda per farne un «purlpe drink» e passare la serata.
Dormire, restare addormentati.