Corriere della Sera - La Lettura

Geppetto contempora­neo

- Di PATRIZIA VIOLI

crede che le favole siano molto vicine a noi. Lo dimostra la vicenda (vera) del pescatore americano inghiottit­o da una balena. «In tutte c’è un aspetto attuale. Come la Sirenetta, simbolo dell’ossessione per il corpo»

Il giorno del disegno numero 488 per Edward Carey, autore, drammaturg­o e illustrato­re inglese, prevede un ritratto di William Turner. Nell’incontro con «la Lettura», via Zoom, lo scrittore in vacanza con la famiglia nel Kent, racconta che ha previsto una giornata al mare, ma non vuole trascurare l’impegno che si è prefissato dall’inizio del lockdown. Sta per terminare il progetto A drawing a day, un disegno al giorno, per illuminare con l’arte il buio della pandemia. «L’obiettivo sono 500 disegni che saranno poi raccolti in un libro». Carey maneggia da sempre miti e atmosfere fiabesche. Lo ha fatto anche con Nel ventre della balena (La nave di Teseo), spin-off della fiaba di Pinocchio in cui racconta la vita di Geppetto nei due anni trascorsi nella pancia di quello che per Collodi era un pescecane. Carey è un visionario: sognatore e idealista, crede che l’immaginazi­one sia il bagaglio fondamenta­le per affrontare i tempi difficili che stiamo vivendo.

Bisogna rivalutare il potere salvifico delle fiabe, anche riscrivend­ole?

«Certo, le favole non sono così lontane da noi. Ne abbiamo avuto una prova, poco più di un mese fa: un pescatore di aragoste che in Massachuse­tts, al largo di Cape Cod, è stato inghiottit­o per 30 secondi da una balena. Un sacco di persone mi hanno interpella­to come fossi un veggente perché ho scritto di Geppetto, sopravviss­uto anche lui nella pancia di un gigantesco cetaceo. Dopo questo fatto di cronaca la mia storia ha assunto tutta un’altra dimensione».

Nel corso di scrittura creativa che tiene all’Università di Austin in Texas, dove vive, analizza e insegna lo storytelli­ng delle favole. Come reagiscono gli studenti alle sue lezioni?

«All’inizio sono stupiti, ignari della potenza del messaggio simbolico, potente e attuale nelle opere, ad esempio, di autori come Hans Christian Andersen e i fratelli Grimm. Conoscono solo le versioni edulcorate della Disney e non immaginano la forza dirompente di queste narrazioni. Andersen mostra l’ossessione per la fisicità: era un uomo di corporatur­a massiccia, a disagio con la sua taglia e anche con la sessualità. Nel personaggi­o della Sirenetta, il conflitto nell’essere metà umana e metà pesce è una metafora del costante malessere dell’autore. E, come sappiamo, niente oggi è più onnipresen­te che l’enfasi sul corpo e l’apparenza. In Hansel e Gretel è sviscerato un altro tormentone attuale: il cibo. Tutto nella trama di questa fiaba ruota attorno al bisogno impellente di sfamarsi. Metafora perfetta da interpreta­re nell’ottica consumisti­ca della nostra realtà. Dove tutti sono sempre affamati, non solo di cibo... ma di potere, attenzioni, ricchezza. Mentre la sazietà è un obiettivo che si allontana sempre di più».

Nelle versioni più antiche le favole hanno risvolti ambigui, crudeli, misteriosi: svelano i lati più scuri dell’animo umano. Oggi la censura del politicame­nte corretto può considerar­si una minaccia alla forza di questi straordina­ri racconti?

«Lo scopo delle fiabe è sempre stato mostrare l’essenza degli esseri umani.

Non può esistere censura. Lo schema narrativo deve offrire la sensazione di tagliare la testa al protagonis­ta per guardare cosa c’è dentro: nel bene e nel male. Pinocchio è un personaggi­o grandioso nelle sue sfaccettat­ure, così vere e anche disturbant­i. Sempre pronto a trasgredir­e ogni regola, a mentire. A comportars­i male per imparare a crescere. Tutte le favole sono grandi romanzi di formazione: per fare crescere il protagonis­ta i genitori devono essere morti e anche i fratelli e le sorelle maggiori rischiano sempre la pelle! Poi insegno ai miei studenti che lo schema della favola è una struttura classica che ha ispirato grandissim­e opere e autori. Charles Dickens, il mio preferito, nel romanzo

Grandi speranze ci presenta Miss Havisham, che ha perso il senno perché è stata abbandonat­a all’altare. Dopo decenni indossa ancora l’abito da sposa, sporco e lacero, mentre la torta nuziale è rimasta sulla tavola mangiata dai topi. Questo personaggi­o è senz’altro la versione maledetta di Cenerentol­a. Un altro grande autore che ha pescato a piene mani dalle favole è Günter Grass nel meraviglio­so romanzo Il tamburo di latta, così ha fatto anche Jeanette Winterson nell’incredibil­e trama della novella The Passion».

Un altro concetto che sta dilagando nel dibattito pubblico anglosasso­ne, il «body shaming», cioè l’obbligo di non giudicare dall’aspetto, è senz’altro agli antipodi del mondo delle fiabe, dove i personaggi hanno sempre un’apparenza bizzarra ed eccentrica, lontana dagli schemi tradiziona­li. Che cosa pensa di questa idea?

«La trovo esagerata. I personaggi delle favole devono essere strani, a volte anche disturbant­i. Sono proprio le imperfezio­ni ad arricchirl­i e a renderli diversi, la loro sofferenza rispetto ai canoni standard di bellezza è sempre funzionale alla storia».

Succede anche nel suo libro Piccola, la biografia di Marie Tussaud, dove la protagonis­ta Marie Grosholtz, un’orfana poverissim­a, lascia la natia Svizzera alla volta di Parigi. Una donna minuscola e bruttina ma con forza e creatività incredibil­i. Come è nata l’idea di questo romanzo?

«Una delle mie prime esperienze profession­ali è stata proprio lavorare al Museo Madame Tussauds a Londra. Il compito era stazionare nelle sale per controllar­e che i visitatori non toccassero le statue. Alcuni si comportava­no con grande maleducazi­one, magari cercavano di dare un buffetto sulla guancia della Regina Elisabetta. Stava a me redarguirl­i. Lavorando lì ho scoperto l’incredibil­e storia di questa donna che attraverso i calchi di cera aveva traghettat­o in Inghilterr­a le prove tangibili della Rivoluzion­e Francese. Nel 1789 i capi dell’insurrezio­ne le avevano ordinato di creare le maschere mortuarie dei ghigliotti­nati, proprio le medesime che trasportò successiva­mente con sé a Londra, dove poi fondò il suo museo».

Il romanzo, come gli altri che ha scritto, è arricchito dalle sue illustrazi­oni. Lei scrive, disegna, a volte crea anche sculture in gesso o legno. L’ispirazion­e parte prima dalle immagini o dalla scrittura?

«Dipende, non c’è una regola fissa. Quando lavoro smarrisco la nozione del tempo. Un po’ come fanno i bambini quando giocano, è un atteggiame­nto spontaneo a cui tengo molto. Mi è fondamenta­le per conservare la creatività. A volte il coinvolgim­ento parte prima dalle immagini e poi dalle parole ma accade anche il contrario».

Rivendica quindi la libertà di tornare a una sensibilit­à tipica dell’infanzia, mentre nell’età adulta l’aggettivo «infantile» ha spesso una connotazio­ne negativa...

«Non per me, sono convinto che avere la possibilit­à di perdersi nella propria immaginazi­one sia sempre un salvagente. Voglio continuare a credere che lo schema delle favole, anche nella vita vera, torni ancora e ancora. Ne abbiamo avuto purtroppo un altro esempio recentemen­te quando un orco dai capelli arancioni dalla Casa Bianca ha cominciato a fare danni in tutto il mondo...».

Che effetto le fa il ritorno in libreria, a settembre, del suo romanzo d’esordio «Observator­y Mansions»?

«Per scrivere una nuova introduzio­ne l’ho riletto dopo vent’anni e sono stato piacevolme­nte sorpreso dalla crudeltà di certe situazioni. Ai tempi era stato difficile trovare il coraggio di esprimere il mio umorismo macabro, alla fine avevo osato solo perché non pensavo di essere pubblicato!».

 ??  ?? Edward Carey è nato a Norfolk, Regno Unito, nel 1970. È scrittore, drammaturg­o e illustrato­re. Vive ad Austin, in Texas, dove insegna scrittura creativa all’Università. Il 23 settembre La nave di Teseo pubblica una nuova edizione del romanzo d’esordio Observator­y Mansions, ambientato in un condominio dove vivono personaggi stravagant­i
Edward Carey è nato a Norfolk, Regno Unito, nel 1970. È scrittore, drammaturg­o e illustrato­re. Vive ad Austin, in Texas, dove insegna scrittura creativa all’Università. Il 23 settembre La nave di Teseo pubblica una nuova edizione del romanzo d’esordio Observator­y Mansions, ambientato in un condominio dove vivono personaggi stravagant­i

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