Corriere della Sera - La Lettura
Un’arca contemporanea sfida l’uragano
Lydia Millet: l’idea di un gruppo di adolescenti travolti da un diluvio
Igiovani protagonisti del romanzo di Lydia Millet, I figli del diluvio (NN Editore), sono tutti discendenti del primo ribelle della letteratura americana, Huckleberry Finn. Sono riuniti in una grande casa ottocentesca sul lago, «un rifugio sontuoso per i mesi caldi», insieme con i loro genitori, ritratti come snob disinteressati alle sorti del mondo, uomini e donne che passano le giornate a bere e a perdersi in discussioni soporifere.
Il primo gioco dell’estate dei giovani protagonisti — la maggior parte si appresta a frequentare la quarta o la quinta superiore dopo le vacanze — è mantenere segreta l’identità dei loro padri e delle loro madri. Nessuno sa quale figlio o figlia corrisponda a un certo genitore. Chi cade nella trappola di farsi identificare, chi fa il «lecchino», perde. È un modo per imporre un netto distacco dall’universo degli adulti, oltre le parole, con i fatti. Essere figlio di nessuno è il primo passo per crescere.
I figli del diluvio è il tredicesimo libro di Lydia Millet, romanziera di Boston che ama scrivere le sue storie nel deserto appena fuori Tucson, Arizona, dove ora vive con i due figli. L’opera di Millet si inserisce in una tradizione letteraria americana consolidata, che vede nella figura del bambino un mezzo per affrontare questioni sociali e politiche spinose. Per esempio, il cambiamento climatico. La svolta della storia coincide infatti con l’abbattersi di un uragano, che devasta ampie regioni della costa orientale (è ancora fresca nella memoria la catastrofe di Sandy, nel 2012) e costringe il gruppo di ragazzi — ovviamente senza genitori al seguito, lasciati indietro a sniffare e a condurre vite amorali — a tentare di trovare rifugio nella casa di uno di loro a Rye, Stato di New York.
Non ci arriveranno, finendo invece in una fattoria della Pennsylvania,
poco lontano da Bethlehem. Prima di affrontare il viaggio in macchina, Jack, il fratello piccolo di Evie, la narratrice della storia, prova a portare in salvo tutti gli animali selvatici che riesce a recuperare: un opossum, un barbagianni, due colombe, un pettirosso, crostacei, rospi, una salamandra... Quest’Arca di Noè contemporanea, frutto della sensibilità ecologica di un bambino, si mette in viaggio verso la salvezza nel momento in cui si manifesta la «fine del mondo».
Il titolo originale del romanzoè A Children’s Bible. Durante le vacanze estive, il piccolo Jack si appassiona a un libro intitolato