Corriere della Sera - La Lettura

Costruisce cattedrali E scrive canzoni

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In una piccola città nel cuore della Francia vivono due ragazzi e una ragazza e sono indivisibi­li (forse è un omaggio 2.0 a Jules e Jim). Hanno storie familiari complicate (e mi tengo basso con l’aggettivaz­ione). Lei si chiama Nina e da grande farà la protettric­e di cani e gatti (e l’eroina alla Zola). Il primo ragazzo si chiama Étienne e diventerà un bravo poliziotto (di strada, non di scartoffie). Segni particolar­i: è bellissimo (e lo sa e ne approfitta). L’altro ragazzo è Adrien e avrà (fino a un certo punto) un destino spettacola­re e glorioso (lui è il più complicato dei tre e anche stavolta mi tengo basso con l’aggettivo). Tutti aspettavan­o al varco Valérie Perrin dopo che Cambiare l’acqua ai fiori ha portato lo scompiglio nelle classifich­e mondiali dei bestseller, dove ha esercitato ed esercita ancora un lungo dominio. Con Tre, il suo nuovo romanzo, la scrittrice rischiava grosso. Specialmen­te con le lettrici. Molte non la amano, dicono che scrive roba da leggere sotto l’ombrellone, dicono che è una raccomanda­ta (!?!?!?) in quanto moglie del vecchio maestro Lelouch. I lettori maschi, invece, la amano per il suo tocco francese un po’ sentimenta­le e un po’ canagliesc­o, metà pirata metà artista (alla Moustaki per chi se ne ricorda ancora). Valérie Perrin scrive romanzi come se fossero canzoni. Come se dovessero durare tre minuti e invece durano vite intere. Nello stesso tempo scrive romanzi come se fossero cattedrali di arditissim­a architettu­ra (e però leggere come se fossero costruite con i mattoncini Lego). I romanzi (tutti) sono castelli di carte (è la letteratur­a, bellezza), ma provate a soffiare su quelli della Perrin: non crollano mai. A questo punto mi tocca rispondere alla domanda da un milione di dollari: Tre è più bello, più brutto o uguale rispetto a Cambiare l’acqua ai fiori? Me la cavo citando una delle più belle battute della storia del cinema italiano: la risposta tra sette giorni.

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Valérie Perrin (Remiremont, 1967)

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