Corriere della Sera - La Lettura

Tagliavo costumi dividendo la casa con un aspirante scrittore: Saviano

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Napoli, Quartieri spagnoli, inizio anni Duemila. Una costumista insegue trame invisibili. Daniela Salernitan­o è in bolletta e subaffitta una stanza a un ragazzo che vuole fare lo scrittore. La casa è divisa in due: da una parte lei infila, taglia e cerca il bandolo della sua vita, dall’altra lui tesse parole. «Quel ragazzo è Roberto Saviano — racconta — e a casa mia ha scritto Gomorra. Fu lui a vedere in me quello che nemmeno percepivo. Dopo l’Accademia di Belle Arti avevo fondato con Emanuele Valenti e Sergio Longobardi la compagnia Babaluk: ma se dovessi dire che mi sentivo una costumista mentirei. Roberto invece ne era certo». E aveva ragione: Salernitan­o per il film Ammore e malavita ha vinto il David di Donatello. «Con i Manetti Bros. — racconta — avevo già lavorato in Song ’e Napule ricevendo la candidatur­a ai Nastri d’Argento». Al cinema era arrivata dopo le serie La Squadra e Un posto al sole. «Antonio Cossia, aiuto regista Rai, fece il mio nome ai Bros. proprio in un momento in cui ero decisa a mollare: prima di farlo, però, avevo affidato i miei sforzi alla pratica buddhista». Tutto era cominciato con Renato Carpentier­i e una docenza nel laboratori­o di sartoria del carcere di Nisida. Daniela vestirà, poi, i sogni di riscatto delle compagnie Punta Corsara, Maestri di Strada, del Falstaff di Mario Martone con gli stessi ragazzi di Nisida e di ’E feste a mare di Antonella Monetti che va in scena con i minori detenuti. Salernitan­o oggi è la costumista della fiction di Raidue Il mare fuori 2. «Sono entrata in contatto personalme­nte con quel grande dolore, lo vesto e lo maneggio con rispetto».

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Daniela Salernitan­o (Napoli, 1970) è costumista per teatro, cinema e television­e

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