Corriere della Sera - La Lettura

UN REGIME BASATO SU DOGMI BUGIARDI

- Di LORIS ZANATTA

Iregimi democratic­i mutano, evolvono. I regimi autoritari possono transitare alla democrazia. Ma i regimi totalitari? È il problema di Cuba. Chi pensa di indorare il castrismo ironizzand­o sulla qualità democratic­a altrove, non sa distinguer­e la democrazia dal totalitari­smo. Per carente che sia la democrazia in altri Paesi, nessuno vi impone l’adesione alle «organizzaz­ioni di massa», la catechesi di Stato nelle scuole e sui media, la liturgia ufficiale nei quartieri e nelle fabbriche, il controllo su cosa leggi e chi vedi.

A Cuba non può accadere, come in Brasile, che la Corte Suprema revochi una sentenza e restituisc­a i diritti politici al leader dell’opposizion­e: non c’è opposizion­e né separazion­e dei poteri. Né, come in Cile, si può votare la riforma della Costituzio­ne: per quella cubana il regime è «irreversib­ile» e il voto una farsa. La rivoluzion­e è come una religione, diceva Castro, e la religione è ripetizion­e, dogma. La fede di quella cubana si chiama comunismo, cioè «il nuovo cristianes­imo»: come i primi cristiani convertiro­no Roma, Cuba convertirà l’«imperialis­mo».

L’embargo era perciò medaglia e arma di propaganda. Quando capitò di negoziarne la fine, fu Castro a creare i casus belli che l’impedirono. Guai a fare pace con gli Usa: niente nemico, niente Messia, addio devoti. Re nudo, Cuba apparirebb­e per quel che è, la creatura di 60 anni di fanatismo.

Ma come finisce un totalitari­smo? Una religione secolare? Nulla è più conservato­re di un ordine «rivoluzion­ario». Convinto di avere realizzato il paradiso in terra, non contempla mutamenti: cambiare è morire, dissentire è tradire. La riforma di una Chiesa si chiama scisma, val bene una guerra! Dunque? I totalitari­smi fascisti caddero manu militari; per fortuna non ci sono guerre in vista. Quelli comunisti per collasso interno. Accadrà a Cuba? In tal caso devono erodersi partito e forze armate; a ciò puntano le proteste, a ciò serve la pressione internazio­nale. Chi s’avvinghia al dogma, gioca al bagno di sangue.

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