Corriere della Sera - La Lettura

L’eterna guerra delle zanzare contro gli umani

- Di DANILO ZAGARIA

Nel 2018 questi insetti, portatori di malattie, hanno ucciso 830 mila persone

Lo storico e saggista canadese Timothy C. Winegard non ha dubbi: «Siamo in guerra con le zanzare». O meglio: lo siamo sempre stati, fin dalla comparsa della nostra specie. E la situazione, per quanto la scienza sia alla costante ricerca di nuovi farmaci, resta ancora disastrosa. Lo dicono i numeri: nel 2018 le zanzare hanno ucciso 830 mila persone, risultando così i più mortali fra gli animali. Un primato che, dicono gli esperti, è purtroppo destinato a durare.

A prima vista potrebbe sembrare bizzarro che un accademico specializz­ato in storia militare dedichi oltre 500 pagine ai culicidi, il nome tecnico che gli entomologi utilizzano per indicare i disturbato­ri per antonomasi­a delle notti estive. Eppure Zanzare — in Italia per HarperColl­ins, traduzione di Paolo Lucca — è un saggio sorprenbel­lici. dente, grazie al quale Winegard porta a termine un compito audace: riscrivere alcuni episodi della storia umana mettendo in luce il ruolo determinan­te giocato da questi insetti.

La lista è davvero lunga, non fosse altro per il fatto che le zanzare hanno avuto l’accortezza evolutiva di seguire

Homo sapiens, colonizzan­do assieme a noi gran parte delle terre emerse. Compagne fastidiose, si sono poi imbarcate sui nostri mezzi di trasporto, seguendo esplorator­i e commercian­ti. Navi schiaviste e flotte militari hanno trasportat­o zanzare dall’Africa occidental­e alle Americhe, dove questi insetti estremamen­te adattabili ai climi tropicali e subtropica­li hanno trovato una nuova casa e un ingente numero di umani a cui succhiare il sangue.

Dalle ricostruzi­oni di Winegard sembra però che le zanzare si siano rivelate decisive soprattutt­o nei contesti Grandi masse di uomini che si muovono in terra straniera, alla quale non sono quindi acclimatat­e e della quale non hanno mai incontrato i patogeni, sono un bersaglio perfetto.

I crociati patirono enormement­e gli ambienti malsani delle paludi costiere del Levante. La mancata riconquist­a di Gerusalemm­e durante la Terza Crociata potrebbe essere quindi imputata alle zanzare. Scatenate, colpirono i guerrieri, provocando epidemie. Neppure i sovrani al comando delle truppe furono risparmiat­i: Riccardo Cuor di Leone e Filippo II di Francia soffrirono il morbo — probabilme­nte malaria — mentre cercavano di strappare la Terrasanta ai musulmani.

Stessa sorte toccò agli eserciti coloniali alcuni secoli dopo. Le imprese tentate nei Caraibi dalle forze britannich­e durante la guerra dei Sette anni furono stroncate dalle malattie porta

te dalle zanzare. Nel 1762 gli inglesi conquistar­ono Cuba, ma più di 10 mila uomini morirono «per mano» degli insetti. E questi si rivelarono determinan­ti anche più tardi, quando furono inconsapev­oli alleati di George Washington nella guerra di Indipenden­za americana. Muovendo nei paludosi Stati meridional­i, gli eserciti britannici provenient­i dall’Europa furono decimati e finirono per essere poco decisivi sul campo di battaglia.

Gli episodi che Winegard racconta mostrano che non sono le zanzare a uccidere gli umani, bensì la nutrita schiera di patogeni di cui sono portatrici e che causa malattie, alcune mortali. A quelle che l’uomo conosce da tempo — come malaria, dengue e febbre gialla — se ne aggiungono di nuove, scoperte soltanto nell’ultimo secolo, fra cui zika, febbre del Nilo Occidental­e e chikunguny­a. I responsabi­li di queste malattie sono virus, batteri e protisti, capaci di sfruttare le zanzare per passare da una vittima all’altra, dando origine a focolai epidemici pericolosi o a vere ecatombi che durano da secoli, come nel caso della malaria.

Per combatterl­e, come fa da alcuni anni la fondazione di Bill e Melinda Gates, occorre agire su più fronti. Nuovi farmaci, vaccini e interventi di tipo genetico rappresent­ano le armi più raffinate, che potranno forse condurre alla sconfitta dei patogeni. La restante parte del nostro arsenale invece è dedicato ai vettori, alle zanzare. Disinfesta­zione, sensibiliz­zazione e buone pratiche — evitare l’accumulo di acqua stagnante per esempio, semplice ma efficace — restano le azioni migliori per contenere l’espandersi e il proliferar­e delle specie più pericolose, fra cui spiccano la nota zanzara tigre

(Aedes albopictus) e quelle facenti parte del genere Anopheles, responsabi­li della diffusione della malaria.

Oggi la lotta alle zanzare ha raggiunto un nuovo stadio. L’aumento delle temperatur­e e degli eventi estremi causato dal cambiament­o climatico favorisce la diffusione di questi insetti. Numerose specie stanno colonizzan­do nuovi territori, arrivando anche in Italia. Se la zanzara tigre è presente da decenni, altre specie fortunatam­ente non hanno per ora raggiunto il Paese. È il caso della Aedes

aegypti, responsabi­le dell’epidemia di virus zika che ha colpito le Americhe nel 2015 e il Brasile in particolar­e.

Monitorare e tenere sotto controllo la proliferaz­ione di questi insetti è di fondamenta­le importanza per ridurre la probabilit­à che insorgano focolai epidemici. Nell’ultimo anno però diversi monitoragg­i condotti sul suolo italiano hanno evidenziat­o che le popolazion­i di zanzare sono in ottima salute e che approfitta­no di un calo dei fondi destinati alla disinfesta­zione per continuare a disturbare il sonno e a minacciare la salute pubblica.

Di fronte a una minaccia così longeva, verrebbe infine da chiedersi quale sia l’utilità delle zanzare. La domanda è mal posta, perché l’utilità è una caratteris­tica economica, umana, che la nostra specie applica al mondo naturale senza tener presente che gli esseri viventi esistono propagando sé stessi senza avere altri scopi. Più corretto è parlare di ruolo ecologico: i maschi delle zanzare sono impollinat­ori; uova e larve sono prede di pesci e altri insetti. Winegard asserisce che no, non è vero, ma forse lo scrive per accrescere l’aura di malignità di questi animali, o per evitare che si rifletta sul fatto che, in fondo, sono assassini involontar­i.

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