Corriere della Sera - La Lettura
L’eterna guerra delle zanzare contro gli umani
Nel 2018 questi insetti, portatori di malattie, hanno ucciso 830 mila persone
Lo storico e saggista canadese Timothy C. Winegard non ha dubbi: «Siamo in guerra con le zanzare». O meglio: lo siamo sempre stati, fin dalla comparsa della nostra specie. E la situazione, per quanto la scienza sia alla costante ricerca di nuovi farmaci, resta ancora disastrosa. Lo dicono i numeri: nel 2018 le zanzare hanno ucciso 830 mila persone, risultando così i più mortali fra gli animali. Un primato che, dicono gli esperti, è purtroppo destinato a durare.
A prima vista potrebbe sembrare bizzarro che un accademico specializzato in storia militare dedichi oltre 500 pagine ai culicidi, il nome tecnico che gli entomologi utilizzano per indicare i disturbatori per antonomasia delle notti estive. Eppure Zanzare — in Italia per HarperCollins, traduzione di Paolo Lucca — è un saggio sorprenbellici. dente, grazie al quale Winegard porta a termine un compito audace: riscrivere alcuni episodi della storia umana mettendo in luce il ruolo determinante giocato da questi insetti.
La lista è davvero lunga, non fosse altro per il fatto che le zanzare hanno avuto l’accortezza evolutiva di seguire
Homo sapiens, colonizzando assieme a noi gran parte delle terre emerse. Compagne fastidiose, si sono poi imbarcate sui nostri mezzi di trasporto, seguendo esploratori e commercianti. Navi schiaviste e flotte militari hanno trasportato zanzare dall’Africa occidentale alle Americhe, dove questi insetti estremamente adattabili ai climi tropicali e subtropicali hanno trovato una nuova casa e un ingente numero di umani a cui succhiare il sangue.
Dalle ricostruzioni di Winegard sembra però che le zanzare si siano rivelate decisive soprattutto nei contesti Grandi masse di uomini che si muovono in terra straniera, alla quale non sono quindi acclimatate e della quale non hanno mai incontrato i patogeni, sono un bersaglio perfetto.
I crociati patirono enormemente gli ambienti malsani delle paludi costiere del Levante. La mancata riconquista di Gerusalemme durante la Terza Crociata potrebbe essere quindi imputata alle zanzare. Scatenate, colpirono i guerrieri, provocando epidemie. Neppure i sovrani al comando delle truppe furono risparmiati: Riccardo Cuor di Leone e Filippo II di Francia soffrirono il morbo — probabilmente malaria — mentre cercavano di strappare la Terrasanta ai musulmani.
Stessa sorte toccò agli eserciti coloniali alcuni secoli dopo. Le imprese tentate nei Caraibi dalle forze britanniche durante la guerra dei Sette anni furono stroncate dalle malattie porta
te dalle zanzare. Nel 1762 gli inglesi conquistarono Cuba, ma più di 10 mila uomini morirono «per mano» degli insetti. E questi si rivelarono determinanti anche più tardi, quando furono inconsapevoli alleati di George Washington nella guerra di Indipendenza americana. Muovendo nei paludosi Stati meridionali, gli eserciti britannici provenienti dall’Europa furono decimati e finirono per essere poco decisivi sul campo di battaglia.
Gli episodi che Winegard racconta mostrano che non sono le zanzare a uccidere gli umani, bensì la nutrita schiera di patogeni di cui sono portatrici e che causa malattie, alcune mortali. A quelle che l’uomo conosce da tempo — come malaria, dengue e febbre gialla — se ne aggiungono di nuove, scoperte soltanto nell’ultimo secolo, fra cui zika, febbre del Nilo Occidentale e chikungunya. I responsabili di queste malattie sono virus, batteri e protisti, capaci di sfruttare le zanzare per passare da una vittima all’altra, dando origine a focolai epidemici pericolosi o a vere ecatombi che durano da secoli, come nel caso della malaria.
Per combatterle, come fa da alcuni anni la fondazione di Bill e Melinda Gates, occorre agire su più fronti. Nuovi farmaci, vaccini e interventi di tipo genetico rappresentano le armi più raffinate, che potranno forse condurre alla sconfitta dei patogeni. La restante parte del nostro arsenale invece è dedicato ai vettori, alle zanzare. Disinfestazione, sensibilizzazione e buone pratiche — evitare l’accumulo di acqua stagnante per esempio, semplice ma efficace — restano le azioni migliori per contenere l’espandersi e il proliferare delle specie più pericolose, fra cui spiccano la nota zanzara tigre
(Aedes albopictus) e quelle facenti parte del genere Anopheles, responsabili della diffusione della malaria.
Oggi la lotta alle zanzare ha raggiunto un nuovo stadio. L’aumento delle temperature e degli eventi estremi causato dal cambiamento climatico favorisce la diffusione di questi insetti. Numerose specie stanno colonizzando nuovi territori, arrivando anche in Italia. Se la zanzara tigre è presente da decenni, altre specie fortunatamente non hanno per ora raggiunto il Paese. È il caso della Aedes
aegypti, responsabile dell’epidemia di virus zika che ha colpito le Americhe nel 2015 e il Brasile in particolare.
Monitorare e tenere sotto controllo la proliferazione di questi insetti è di fondamentale importanza per ridurre la probabilità che insorgano focolai epidemici. Nell’ultimo anno però diversi monitoraggi condotti sul suolo italiano hanno evidenziato che le popolazioni di zanzare sono in ottima salute e che approfittano di un calo dei fondi destinati alla disinfestazione per continuare a disturbare il sonno e a minacciare la salute pubblica.
Di fronte a una minaccia così longeva, verrebbe infine da chiedersi quale sia l’utilità delle zanzare. La domanda è mal posta, perché l’utilità è una caratteristica economica, umana, che la nostra specie applica al mondo naturale senza tener presente che gli esseri viventi esistono propagando sé stessi senza avere altri scopi. Più corretto è parlare di ruolo ecologico: i maschi delle zanzare sono impollinatori; uova e larve sono prede di pesci e altri insetti. Winegard asserisce che no, non è vero, ma forse lo scrive per accrescere l’aura di malignità di questi animali, o per evitare che si rifletta sul fatto che, in fondo, sono assassini involontari.