Corriere della Sera - La Lettura

L’arte in difesa dei diritti umani

- Di ANNA GANDOLFI

Promosso da Letizia Moratti per valorizzar­e le culture e l’ambiente,

prevede un tour di 32 opere in quattro sedi e un ciclo di conferenze. L’obiettivo: creare una cittadinan­za attiva

Il supplizio è terminato. Ed è allora che il poeta si alza, si slega dai ceppi, raccoglie la sua pelle e se ne va. La folla ammutolisc­e. Il resto si perde nei secoli. La beffa di Imadaddin Nasimi ai carnefici è una leggenda, la sua fine no: nel 1417 muore scorticato ad Aleppo con l’accusa di blasfemia. «L’essenza di Dio — recitava — è nascosta negli uomini». Deciso a diffondere valori morali nell’Azerbaigia­n massacrato dalle guerre civili, già 600 anni fa parlava di multicultu­ralismo, tolleranza, unità: ha pagato con la vita.

Shilpa Gupta ricorda il mistico azero incidendon­e i versi in libri fusi con il ferro dei fucili dell’esercito indiano. Nata a Mumbai nel 1976, l’artista denuncia la violazione come strumento dei regimi repressivi: For, In your tongue, I cannot fit fa parte della serie di lavori giunti anche alla Biennale d’arte di Venezia del 2019, un progetto-monumento dedicato a 100 scrittori e intellettu­ali di ogni epoca incarcerat­i, perseguita­ti, censurati e uccisi per le loro idee. I volumi metallici di Shilpa Gupta affiancano altre 31 opere contempora­nee che stanno per cominciare un pellegrina­ggio in quattro città: Varese, Assisi, Matera e Agrigento. La mostra itinerante sarà arricchita da conferenze con esperti internazio­nali. La missione è declinare i diritti umani e la loro difesa a 360 gradi. Dunque: salvaguard­ia della memoria, ambiente

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