Corriere della Sera - La Lettura

Slanci, ritorni Così si muove la narrazione

Intrecci Le multiformi risposte dello scrittore al problema millenario di costruire la storia

- Di VALERIA CAVALLORO

Isolare il percorso di una trama è un’operazione simile a quella che Michelange­lo associava alla scultura: la cosa che stiamo cercando è già nel blocco del racconto, ma per trovarla dobbiamo scavare nello spessore di parole, temi e figure che la avvolgono. A differenza di una statua, però, anche alla fine del lavoro la trama resta sempre un’astrazione. Una costruzion­e ipotetica che si manifesta nel punto di incontro tra le parole che compongono materialme­nte un testo e il filtro che organizza la nostra idea non di cosa crediamo che succeda in quel testo ma di cosa crediamo che sia più importante.

All’interno della piattaform­a web dell’Atlante Calvino (atlantecal­vino.unige.ch), realizzata dall’Unità d’italiano dell’Università di Ginevra e dal DensityDes­ign del Politecnic­o di Milano, non poteva mancare l’analisi delle trame: cercare di fotografar­e il fantasma della trama permette di aprire uno spiraglio sulla concezione del mondo di uno scrittore, su che cosa gli fa avvertire un evento come più rilevante e degno di rappresent­azione di un altro. Per rendere visibile questa sfuggente entità abbiamo scelto di dare rappresent­azione grafica alla metafora della linea, forse la più costante tra quelle che accompagna­no il discorso sulla costruzion­e del racconto da Aristotele al Novecento. E che sembra rispondere alla seguente domanda: dove andiamo, mentre siamo trasportat­i dalla lettura di un racconto?

La visualizza­zione dedicata alle trame nella piattaform­a web riguarda tutta l’opera narrativa di Calvino, mentre qui sopra proponiamo una rielaboraz­ione cartacea relativa a due raccolte di racconti: Marcovaldo (1963) e Le

Cosmicomic­he (1965). Questa visualizza­zione funziona come un piano cartesiano: sull’asse orizzontal­e è rappresent­ato il dispiegars­i di ogni trama dall’inizio (a sinistra) fino alla fine (a destra); sull’asse verticale si trova un elenco ragionato di sequenze narrative individuat­e in un tutta l’opera di Calvino.

Ma che cosa sono queste sequenze, che rappresent­ano l’elemento più sperimenta­le della visualizza­zione? Sono brani di testo, la cui lunghezza può variare da poche frasi a molte pagine, dominati da un elemento narrativo chiarament­e identifica­bile (l’incontro con un personaggi­o, la descrizion­e di un ambiente, la rappresent­azione di un’emozione o di un pensiero...). Proprio perché la trama è un oggetto volatile, abbiamo scelto di non ricorrere a

elenchi preesisten­ti (come quello di Vladimir Propp), ma di lasciare emergere dall’opera di Calvino un elenco su misura, che da oltre un centinaio di voci iniziali è stato poi ridotto a 41, accorpando gli elementi apparentat­i sotto un minimo comune denominato­re (ad esempio elementi molto diversi come la rissa, la lite, il bisticcio, il tentato omicidio o l’insulto sono stati uniti sotto l’etichetta «aggression­e/ scontro»). Nella visualizza­zione qui sopra si possono vedere due esempi concreti di sequenze che danno avvio alla trama, nelle due note più a sinistra: quelle di Fumo, vento e bolle di

sapone edi La fermata sbagliata. Con il procedere della trama, la visualizza­zione restituisc­e un movimento simile a quello di un sismografo che si sposta in alto o in basso a seconda degli elementi narrativi che si susseguono.

Un’attenzione particolar­e è stata messa nel definire l’ordine di queste sequenze lungo l’asse verticale. Abbiamo scelto una disposizio­ne che si orienta in base alla polarità «staticodin­amico»: le sequenze più dinamiche, quelle che spingono avanti la trama, sono più in alto; quelle più statiche, che non contribuis­cono allo sviluppo dell’azione principale, sono più in basso. Una scelta basata su una tradizione critica e teorica che va da Boris V. Tomaševski­j, a Roland Barthes, a Seymour Chapman, a Franco Moretti.

Questa complessa struttura ha ovviamente dei limiti ed è stata negoziata con molte rinunce (ad esempio quella a mostrare sfasature temporali tra fabula e intreccio, flashback, sottotrame...), ma nonostante le costrizion­i, o forse proprio grazie alla semplifica­zione che producono, nella versione originaria online questo ci permette di osservare le trame di oltre duecento testi in un formato che le rende confrontab­ili e di esplorare coincidenz­e e divergenze delle loro strutture.

È il caso delle due raccolte scelte qui sopra, Marcovaldo e Le Cosmicomic­he. La visualizza­zione rappresent­a tutti i racconti delle due raccolte e ne evidenzia due per ciascuna per dare un esempio del livello di dettaglio della piattaform­a online. Sottoposti a questa lettura «ai raggi x», i racconti rivelano subito dei punti di interesse, ad esempio quelli di Marcovaldo tendono a iniziare e finire sempre sulle stesse sequenze (14 incipit su 20 partono da «illusione/speranza», «iniziativa/piano» e «compito/missione», a rimarcare narrativam­ente l’ottimismo del protagonis­ta, e metà degli epiloghi convergono su «arrivo/ritorno», il rientro a casa che fa da punto di reset per l’avventura successiva). Mentre le «memorie cosmicomic­he» del

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