Corriere della Sera - La Lettura
IL PRATO SENZA NEVE E ALTRI MIRACOLI
La vicenda della mistica Gemma Galgani, di Lucca, cui il diavolo strappò il diario lasciandovi le proprie impronte. O il caso di un prato, in Friuli, che non si copre mai di neve, nel luogo in cui apparve la Madonna del Porzus. Fatti, luoghi, ma anche persone, come Gustavo Adolfo Rol, «di cui ancora si dibatte se fosse un ciarlatano, o come molti volevano e vogliono, il più grande sensitivo e mistico del XX secolo».
La Guida ai miracoli d’Italia di Natale Benazzi (Rizzoli, pp. 319, € 15,90) è un viaggio sulle tracce della sensibilità spirituale d’Italia, sui miracoli e sui prodigi noti o dimenticati, e sui luoghi in cui sono accaduti, paesi, città, monasteri, castelli o semplici crocicchi di strada. Il tono di Benazzi, di formazione teologo e dotato di grande attenzione alla storia della fede (e dell’Italia della fede), è «laico»: il saggio inizia con una distinzione tra il prodigio, fatto mirabile di incerta attribuzione (la natura, il caso), e il miracolo riconosciuto dalla Chiesa. E mentre segnala le tappe del viaggio regione per regione, distingue le leggende distillate dal culto popolare, i «si dice», i fatti «miracolosi», consapevole dei confini spesso sfumati tra i vari racconti.
Si tratta di una guida in senso stretto, che conduce il lettore nella località del portento, descrive luoghi e narra fatti. Ma è anche un saggio quasi etno-antropologico, in cui agli eventi mirabili si aggiunge la descrizione di usi, costumi, tradizioni locali o temperie epocali. Ad esempio, a proposito del miracolo dell’ostia, segnalato a Lanciano, Benazzi spiega le circostanze in cui avvenne, cioè il clima di scontro teologico intorno all’adorazione delle immagini sacre, nell’ottavo secolo. Oppure, nel caso del pugliese fra Giuseppe Desa, capace di voli mistici (e fisici), l’autore narra i prodigi del frate ma anche l’ambiente in cui si verificarono, le povere campagne dei ricchi marchesi di Copertino, nella Puglia del Seicento. E illustrando le levitazioni di fra Giuseppe, con levità cita altri esempi di voli mistici, comuni in varie religioni, veri oppure simulati.