Corriere della Sera - La Lettura
L’arte di legiferare dentro la calotta cranica
Le nuove gesta umoristico-giuridiche della magistrata inventata da Mariolina Venezia
Umorale, politicamente scorrettissima e allergica al bon ton. Imma Tataranni, sostituto procuratore a Matera creata da Mariolina Venezia, che ne ha raccontato le avventure in quattro gialli adattati poi nelle fiction in onda su Raiuno, ha conquistato una marea di fan. Per la loro gioia l’autrice ripropone la sua scomoda protagonista in Ecchecavolo, fulminante manifesto dell’Imma-pensiero. La magia della fama si è compiuta ancora una volta: da personaggio di fantasia la Tataranni è diventata quasi umana e questo libro la celebra, rendendola ancora più tridimensionale. E offrendo al lettore l’opportunità di seguirne tutte le elucubrazioni mentali.
Multitasking e insofferente, non smette mai di rimuginare, di pensare come sarebbe meglio se le cose andassero secondo la sua filosofia. Quindi, essendo donna di diritto, mentre fa altro (impegnata in Procura o in faccende personali) spiritualmente legifera. Con la fantasia e la caparbietà che la contraddistinguono inventa regole, decreti e norme che fioriscono spontanee da ben definite idiosincrasie: «Nel chiuso della sua calotta cranica, si svolgeva un’intensa attività legislativa, spesso con tanto di votazioni, o addirittura referendum, perché non sempre la dottoressa Tataranni si trovava d’accordo con sé stessa. E questo avrebbe dovuto essere garanzia della sua buona fede. Ma tanto la gente sparlava a prescindere».
Il rischio di un regime poco democratico, infatti, non è da sottovalutare ma Imma in fondo non è cattiva. Si diverte a fantasticare di pene iperboliche, magari mutuate dai costumi spartani o da torture medievali, ma poi si riprende e cerca compromessi più garantisti. Cita Platone e Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, mentre cerca faticosamente di delineare la sua società ideale. Ogni capitolo approfondisce il tema del provvedimento che Imma vorrebbe introdurre: c’è il disegno di legge per punire i chiacchieroni, quello per proibire la passione per la nouvelle cuisine .E ancora: sbugiardare i fannulloni, ridimensionare i proprietari di cani, sopprimere gli irriducibili dei luoghi comuni, zittire le pettegole schiave della moda firmata. Nessuno si salva.
Tutte le proposte della magistrata sono esternate nel suo stile più tipico, con un ritmo vivace, quasi colloquiale. Ricco di gustose metafore e citazioni sarcastiche, che commentano e approfondiscono avventure di inchieste precedenti o svelano dettagli nuovi nell’interazione con gli altri protagonisti del suo mondo, a Matera e dintorni. C’è il marito-martire Pietro, che a letto non fa più faville e diventa, suo malgrado, protagonista del capitolo intitolato Ti è piaciuto?. La figlia adolescente Valentina con cui la comunicazione è sempre più utilitaristica: «Hai lavato i miei jeans preferiti?». La cancelliera Diana, ex compagna di scuola passata a essere capro espiatorio dei malumori in Procura. E naturalmente il maresciallo Calogiuri, bello e impossibile. Tutti entrano ed escono dai ragionamenti giuridici e ne condizionano pesatamente l’esito. Perché Tataranni è sempre molto sanguigna e fa tanta fatica a essere super partes.