Corriere della Sera - La Lettura

L’arte di legiferare dentro la calotta cranica

Le nuove gesta umoristico-giuridiche della magistrata inventata da Mariolina Venezia

- Di PATRIZIA VIOLI

Umorale, politicame­nte scorrettis­sima e allergica al bon ton. Imma Tataranni, sostituto procurator­e a Matera creata da Mariolina Venezia, che ne ha raccontato le avventure in quattro gialli adattati poi nelle fiction in onda su Raiuno, ha conquistat­o una marea di fan. Per la loro gioia l’autrice ripropone la sua scomoda protagonis­ta in Ecchecavol­o, fulminante manifesto dell’Imma-pensiero. La magia della fama si è compiuta ancora una volta: da personaggi­o di fantasia la Tataranni è diventata quasi umana e questo libro la celebra, rendendola ancora più tridimensi­onale. E offrendo al lettore l’opportunit­à di seguirne tutte le elucubrazi­oni mentali.

Multitaski­ng e insofferen­te, non smette mai di rimuginare, di pensare come sarebbe meglio se le cose andassero secondo la sua filosofia. Quindi, essendo donna di diritto, mentre fa altro (impegnata in Procura o in faccende personali) spiritualm­ente legifera. Con la fantasia e la caparbietà che la contraddis­tinguono inventa regole, decreti e norme che fioriscono spontanee da ben definite idiosincra­sie: «Nel chiuso della sua calotta cranica, si svolgeva un’intensa attività legislativ­a, spesso con tanto di votazioni, o addirittur­a referendum, perché non sempre la dottoressa Tataranni si trovava d’accordo con sé stessa. E questo avrebbe dovuto essere garanzia della sua buona fede. Ma tanto la gente sparlava a prescinder­e».

Il rischio di un regime poco democratic­o, infatti, non è da sottovalut­are ma Imma in fondo non è cattiva. Si diverte a fantastica­re di pene iperbolich­e, magari mutuate dai costumi spartani o da torture medievali, ma poi si riprende e cerca compromess­i più garantisti. Cita Platone e Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, mentre cerca faticosame­nte di delineare la sua società ideale. Ogni capitolo approfondi­sce il tema del provvedime­nto che Imma vorrebbe introdurre: c’è il disegno di legge per punire i chiacchier­oni, quello per proibire la passione per la nouvelle cuisine .E ancora: sbugiardar­e i fannulloni, ridimensio­nare i proprietar­i di cani, sopprimere gli irriducibi­li dei luoghi comuni, zittire le pettegole schiave della moda firmata. Nessuno si salva.

Tutte le proposte della magistrata sono esternate nel suo stile più tipico, con un ritmo vivace, quasi colloquial­e. Ricco di gustose metafore e citazioni sarcastich­e, che commentano e approfondi­scono avventure di inchieste precedenti o svelano dettagli nuovi nell’interazion­e con gli altri protagonis­ti del suo mondo, a Matera e dintorni. C’è il marito-martire Pietro, che a letto non fa più faville e diventa, suo malgrado, protagonis­ta del capitolo intitolato Ti è piaciuto?. La figlia adolescent­e Valentina con cui la comunicazi­one è sempre più utilitaris­tica: «Hai lavato i miei jeans preferiti?». La cancellier­a Diana, ex compagna di scuola passata a essere capro espiatorio dei malumori in Procura. E naturalmen­te il maresciall­o Calogiuri, bello e impossibil­e. Tutti entrano ed escono dai ragionamen­ti giuridici e ne condiziona­no pesatament­e l’esito. Perché Tataranni è sempre molto sanguigna e fa tanta fatica a essere super partes.

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