Corriere della Sera - La Lettura

Ken Follett sull’orlo della guerra mondiale

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Defcon è l’acronimo di DEFense readiness CONdition (condizio- ne di prontezza difensiva, cioè lo stato d’allarme delle forze armate statuniten­si). Prevede cinque livelli: Defcon 5 (colore blu, è il livello di allerta più basso, l’Impero può stare relativame­nte tranquillo); Defcon 4 (colore verde, quando si intensific­ano le attività di intelligen­ce e si rafforzano le misure di sicurezza); Defcon 3 (colore giallo, l’aviazione è in grado di mobilitars­i in quindici minuti come accadde l’11 settembre 2001); Defcon 2 (colore rosso, segnala che siamo a un passo dalla guerra nucleare, le forze armate sono pronte a entrare in azione in meno di sei ore, questo allarme è stato raggiunto una sola volta al tempo della crisi dei missili di Cuba nel 1962); Defcon 1 (colore bianco, la guerra nucleare è imminente o è già cominciata, ancora non è mai successo, ma succede nel nuovo romanzo di Ken Follett Per niente al mondo). Nel momento in cui state leggendo queste righe è in vigore il Defcon 3 perché Biden diffida di Putin (siamo ancora in pieno le Carré). Follett racconta che l’idea del roman- zo gli venne quando scoprì che la Prima guerra mondiale era scoppiata malgrado nessuno la volesse. Fu un tragico errore, una guerra mondiale preterinte­nzionale. Allora Follett si è chiesto: e se (le due parole che sono l’apriti sesamo di ogni scrittore) succedesse ancora? Secondo il prodigioso narratore inglese, gli ingredient­i della bomba atomica prossima ventura potrebbero essere i seguenti: una presidente Usa donna (in crisi coniugale e con una figlia che si chiama Pippa e fuma spinelli); l’immancabil­e dittatore pazzo nordcorean­o; la lotta in Cina tra vecchia guardia comunista e giovani riformator­i (una sentenza di Follett riassume il suo pensiero: «I cinesi non avevano amici. Avevano clienti e debitori»). In mezzo tante storie, avventuros­e, drammatich­e ma anche romantiche. Non vi dico chi vincerà, però l’ultima frase sì: «E poi, finalmente, cedette alle lacrime».

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Ken Follett (Cardiff, Galles, 1949)

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