Corriere della Sera - La Lettura

IN QUEL SALOTTO SIEDE PLATONE

- Di ALDO COLONETTI

Abitare il proprio tempo significa svelare, senza trucchi né recite, dove vorresti veramente vivere; la casa di ciascuno di noi è l’interpreta­zione più diretta e sincera di ciò che vorremmo essere nei riguardi di noi stessi e degli altri. Per disegnare spazi abitativi che resistano al tempo della cronaca e siano in grado di mettere al centro la «sostanza» e non l’«apparenza» è necessario andare alle origini di questo «mestiere». Da questo punto di vista, ha fatto molto bene la Triennale di Milano a dedicare alcune mostre all’abitare dei maestri: a novembre gli arredi di Carlo Mollino per Casa Albonico; ora Casa Lana di Ettore Sottsass. Un autore che ci svela, con i disegni e le parole, che ciò che facciamo è certamente importante, ma soprattutt­o è fondamenta­le quello che un progettist­a vorrebbe affermare con la testimonia­nza del suo pensiero. Come dire che le «opere» sono incidenti di un percorso che ha radici molto più profonde di un edificio, di una casa, di un oggetto d’arredo. Sottsass come Aldo Rossi: la resistenza del pensiero progettual­e rispetto alla caducità dei progetti realizzati.

Gli ultimi testi di Sottsass (Di chi sono le case vuote?, Adelphi, pp. 294, € 15) dovrebbero essere letti negli spazi di Casa Lana, «una piazzetta nella quale si gira e ci si incontra», come scrive lo stesso architetto. Una stanza nella stanza, una scatola rossa fiammante, intima e conviviale, ma come se fosse stata disegnata, visto il prevalere di forme primarie, pensando al mondo delle idee di Platone: fuori c’è il mondo, dentro la mia casa ci sono le cose «vere» o, almeno, un tentativo di progettarl­e senza tempo. Questa non è solo la filosofia di Sottsass: è sempre stato il pensiero dei grandi maestri, ridurre a zero le variabili. Ecco allora nascere, dieci anni dopo (1977),un altro capolavoro, la Pesciera di Roberto Sambonet, dove contenuto e contenitor­e sono la stessa cosa.

Una pentola con la quale Sottsass, Zanuso, Castiglion­i e il cuoco Sambonet hanno cenato molte volte insieme.

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