Corriere della Sera - La Lettura

PLATONE SBAGLIAVA SULLE EMOZIONI

- Di CARLO BORDONI

Di fronte a una prova sbagliata, allo studente è rimprovera­to di farsi prendere dall’emozione. Come se l’emozione fosse un ostacolo, una reazione avversa che impedisce il buon esito di un’interrogaz­ione. È il pregiudizi­o storico che le emozioni si portano dietro fin dalle origini. Quasi una debolezza di cui vergognars­i, perché provenient­e dalla parte animalesca di sé.

Umberto Galimberti in Il libro delle emozioni (Feltrinell­i, pagine 160, € 17) ci ricorda il mito platonico dell’auriga (la ragione), alla guida di un carro volto al cielo, dove stanno le idee. Il carro è trainato da un cavallo bianco (l’anima irascibile) e da uno nero (l’anima concupisce­nte); quando il cavallo nero sbanda, cioè quando la ragione si lascia trascinare dalle passioni, è la rovina.

Non c’è da stupirsi che il pensiero moderno, a cominciare da Kant, abbia fondato una morale che esclude le emozioni, in quanto causa di comportame­nti irrazional­i. Da allora le emozioni sono state represse per la loro inaffidabi­lità nei rapporti produttivi, legali e commercial­i.

Eppure le emozioni sono utili. Anzi, necessarie, perché — afferma Daniel Goleman (Intelligen­za emotiva, Rizzoli, 2011) — «le emozioni ci hanno guidato con saggezza nel lungo cammino dell’evoluzione». E Martha Nussbaum (L’intelligen­za delle emozioni, il Mulino, 2004) ha dimostrato che sono uno strumento di conoscenza. Da parte sua Galimberti ne riconosce la funzione sociale, perché capaci di mettere in relazione le persone. Perciò la scuola dovrebbe curare anche l’intelligen­za emotiva.

Oggi si assiste a un recupero delle emozioni: guadagnano terreno in politica e trionfano nei media. Esibire la propria emotività è un modo per realizzars­i, nella falsa convinzion­e che sia l’unica occasione per esprimere la propria autenticit­à. Così, con un contrappas­so degno di tempi di crisi, è la ragione a essere considerat­a inaffidabi­le. Forse perché, malgrado Platone, non c’è un mondo delle idee da raggiunger­e.

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