Corriere della Sera - La Lettura
DEMETZ ESALTA L’AUTARCHIA DELLA MATERIA
Figure umane che prendono vita dal legno e dal bronzo, forme e volti modellati su vetro o gesso, in una continua ricerca materica ed espressiva. Sono i corpi di Aron Demetz, che fino al 31 marzo saranno esposti nella mostra Aron Demetz. Autarkeia II. Il richiamo della materia, ospitata al Marca, il Museo delle arti di Catanzaro (a cura di Alessandro Romanini; museomarca.info). Discendente da una famiglia di scultori e originario della val Gardena (Alto Adige), il ladino Demetz (1972) trasforma le forme tradizionali in sperimentazioni, lasciando che siano i materiali a narrare la sua arte, le parole in un libro. L’esposizione, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con la Provincia di Catanzaro, ruota intorno al concetto di autarchia, proseguendo un percorso di ricerca avviato dalla precedente esposizione al Museo archeologico nazionale di Napoli. Il termine, dal greco autarkeia, è inteso legato al significato di autosufficienza che, come spiega il curatore, è una «forma di conquista veicolata da una rigida autodisciplina, sostenuta dall’inesausta ricerca ed esercizio e alimentata da un continuo confronto con i capisaldi storici dell’arte plastica. E tra quest’ultimi la dimensione legata all’arte greca è al primo posto». Un tema che ha anche a che fare con le condizioni atmosferiche o le irregolarità dei materiali con cui lo scultore lavora, che lo «forzano ad ascoltare e ad affidarsi spesso alla contingenza e questo è alla base dell’autodisciplina dell’artista, dove l’autarchia rende possibile la valorizzazione alla pari del processo e del prodotto artistico finale». Al Marca sono proposte opere in legno, bronzo, gesso e vetro (qui sopra, dall’alto: Iniziazione, 2004, legno di tiglio e colori acrilici; Testa, 2017, sequoia), i disegni dei progetti e un audio-video che documenta stile e tecniche di Demetz.