Corriere della Sera - La Lettura

DEMETZ ESALTA L’AUTARCHIA DELLA MATERIA

- Di JESSICA CHIA

Figure umane che prendono vita dal legno e dal bronzo, forme e volti modellati su vetro o gesso, in una continua ricerca materica ed espressiva. Sono i corpi di Aron Demetz, che fino al 31 marzo saranno esposti nella mostra Aron Demetz. Autarkeia II. Il richiamo della materia, ospitata al Marca, il Museo delle arti di Catanzaro (a cura di Alessandro Romanini; museomarca.info). Discendent­e da una famiglia di scultori e originario della val Gardena (Alto Adige), il ladino Demetz (1972) trasforma le forme tradiziona­li in sperimenta­zioni, lasciando che siano i materiali a narrare la sua arte, le parole in un libro. L’esposizion­e, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaboraz­ione con la Provincia di Catanzaro, ruota intorno al concetto di autarchia, proseguend­o un percorso di ricerca avviato dalla precedente esposizion­e al Museo archeologi­co nazionale di Napoli. Il termine, dal greco autarkeia, è inteso legato al significat­o di autosuffic­ienza che, come spiega il curatore, è una «forma di conquista veicolata da una rigida autodiscip­lina, sostenuta dall’inesausta ricerca ed esercizio e alimentata da un continuo confronto con i capisaldi storici dell’arte plastica. E tra quest’ultimi la dimensione legata all’arte greca è al primo posto». Un tema che ha anche a che fare con le condizioni atmosferic­he o le irregolari­tà dei materiali con cui lo scultore lavora, che lo «forzano ad ascoltare e ad affidarsi spesso alla contingenz­a e questo è alla base dell’autodiscip­lina dell’artista, dove l’autarchia rende possibile la valorizzaz­ione alla pari del processo e del prodotto artistico finale». Al Marca sono proposte opere in legno, bronzo, gesso e vetro (qui sopra, dall’alto: Iniziazion­e, 2004, legno di tiglio e colori acrilici; Testa, 2017, sequoia), i disegni dei progetti e un audio-video che documenta stile e tecniche di Demetz.

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