Corriere della Sera - La Lettura

Silenzio, parla un ragazzino segregato

- Di SIMONE INNOCENTI

Èuna «mischia di parole a raffica» quelle che Rosario Palazzolo sceglie per Con tutto il mio cuore rimasto, un romanzo che va in profondità nella cattiveria degli uomini e delle donne, siano essi preti o madri. La storia raccontata da Palazzolo restituisc­e la voce di un ragazzino siciliano messo in croce dalla crudeltà di due femmine: lo hanno segregato per nascondere la verità. Perché la sua voce — quella di un ragazzino violentato da un prete — taccia. Ed è proprio quella voce che Rosario Palazzolo, invece, riesce a mettere in scena: una voce forte, che grida dalle pagine, si fa aspra, e riesce perfino a far sorridere il lettore.

Un libro del genere — viene voglia di dire — non poteva che nascere da uno scrittore siciliano, che è anche autore teatrale, regista e attore: la sua terra di origine e le sue capacità artistiche si mischiano, in questo romanzo, alla perfezione.

La lingua che Palazzolo sceglie è quella sicula, sdoganata nelle sue sonorità dal successo dei romanzi di Andrea Camilleri. Ma è il suono che la lingua di Palazzolo produce e poi si ascolta in fase di lettura, a inchiodare il lettore: suono di musica che cambia continuame­nte, una corsa sotto forma di monologo teatrale che diventa un confronto tra la realtà e la sua unica possibilit­à di raccontarl­a.

Il ragazzino ha un padre meccanico che parla con i motori, un fratello che si suicida per un motivo che soltanto il protagonis­ta dirà, una sfilza di parenti e di amici. Possiede solo carta e penna e scrive una lettera. A Gesù. Per raccontare «il giorno che ogni giorno è punto e daccapo». Per abbattere «un tempo al passato prima di essere al presente, un maledettis­simo tempo che sono sempre le sei». Per dire di «una zuppa di luoghi che ci siamo inventati per continuare a resistere, ma la guerra è strapersa, gesù, dal giorno dei tempi».

In questo romanzo si respira il teatro e la letteratur­a dei siciliani: c’è Luigi Pirandello, con i suoi continui cambi di prospettiv­a; c’è Leonardo Sciascia, per il suo impegno civile; c’è Stefano D’Arrigo, con la sua capacità di coniare una lingua onirica; c’è Gesualdo Bufalino, con la sua poetica dello smarriment­o. Palazzolo compie un’operazione coraggiosa, in netta controtend­enza con i (presunti) gusti del mercato: la sua scrittura e la sua storia procedono infatti senza che ci siano facili ammiccamen­ti o frasi a effetto. L’autore racconta questa storia in presa diretta, quasi il personaggi­o fosse sul palco e la rendesse con quel senso di straniamen­to tipico di certi personaggi beckettian­i. Perché «la verità umana è davvero curiosa, ognuno la tramuta come gli pare e lei si lascia fare, si allunga e si allarga, si stringe, si fa piccola e inconsiste­nte, e se è il caso striscia che manco la vedi, infilandos­i nella testa delle persone, s’inliquidis­ce o diventa di pietra, a seconda dei gusti e delle necessità». Con tutto il mio cuore rimasto è un libro portentoso, destinato a lettori forti, fini e raffinati. Come la scrittura di Rosario Palazzolo che si squaderna in mille sfumature.

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Rosario Palazzolo (Palermo, 1972) è scrittore ma anche attore e regista teatrale. Del 2020 è La vita schifa sempre edito da Arkadia
ROSARIO PALAZZOLO Con tutto il mio cuore rimasto ARKADIA Pagine 202, € 16 Rosario Palazzolo (Palermo, 1972) è scrittore ma anche attore e regista teatrale. Del 2020 è La vita schifa sempre edito da Arkadia

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