Corriere della Sera - La Lettura

L’odissea di Sylvia

- Di MAURO COVACICH

Ma, a ripensarci meglio, non è poi così strano che un libro pieno di bordelli, scritto da un autore che peraltro li frequentav­a, abbia beneficiat­o del sostegno convinto di alcune grandi donne: difficile non citare, insieme a Beach, Harriet Shaw Weaver, suffragett­a inglese e prima vera mecenate del nostro, a cui garantirà una rendita perpetua, indispensa­bile già ai tempi del soggiorno triestino per consentirg­li di interrompe­re la sofferta attività di insegnante. Non è poi così strano l’amore di queste prime femministe, perché la letteratur­a di Joyce è tutt’altro che maschilist­a, basti ricordare il comportame­nto ragionevol­e, se non addirittur­a comprensiv­o, di Leopold Bloom nei confronti della sua Penelope gioiosamen­te adultera, oppure l’episodio di «Circe», dove emerge un’inconscia androginia del protagonis­ta, il quale, in balia di un’attività onirica disturbant­e almeno quanto liberatori­a, sogna di diventare madre e partorisce otto bambini. Ma soprattutt­o è impossibil­e non considerar­e che Ulisse si conclude con un monologo di cinquanta pagine dove a rivendicar­e la propria centralità, in primo luogo nell’uso dei piaceri, è una donna. Penelope reincarnat­a in una sposa moderna, molto meno paziente che nella versione omerica. Penelope alias Molly, che emancipa il parlato dal testo scritto, che restituisc­e il primato all’oralità proprio nell’atto finale della scrittura. Molly che parla in prima persona delle forme del desiderio e dei suoi rapporti con gli uomini. Molly che sembra radicare il mondo al corpo femminile, la cui essenza si specchia nella natura e in una concezione panteista, circolare, ciclica, non soggetta alla legge del Padre, allergica al finalismo giudaico-cristiano (essendo la storia, come dice Stephen, l’incubo da cui risvegliar­si). Molly che sembra la fine e invece è l’inizio, ovvero il ricomincia­mento, la rinascita di tutti noi attraverso di lei.

 ?? ?? Sylvia Beach (Baltimora, 14 marzo 1887-Parigi, 5 ottobre 1962) e James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882-Zurigo, 13 gennaio 1941) ritratti insieme (foto Afp)
Sylvia Beach (Baltimora, 14 marzo 1887-Parigi, 5 ottobre 1962) e James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882-Zurigo, 13 gennaio 1941) ritratti insieme (foto Afp)

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