Corriere della Sera - La Lettura

Epico, un po’ romantico Il mio Casanova pop

- Dalla nostra inviata a Venezia LAURA ZANGARINI

Una vita con i Pooh, ha composto un musical che ha debuttato a Venezia ed è già in tournée. Un kolossal con 35 brani e 36 cambi di scena nato dal romanzo di Matteo Strukul. «Immaginavo i luoghi e scrivevo le melodie»

Talmente circondato dal mito da sembrare un personaggi­o di fantasia (il cinema ci ha messo del suo facendolo interpreta­re da Tony Curtis, Donald Sutherland, Heath Ledger e persino Vincent Price, in una commedia di Bob Hope, La grande notte di Casanova). Ma l’uomo che insieme a Don Giovanni incarna l’icona del seduttore, Giacomo Girolamo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725-Duchov, oggi Repubblica Ceca, 4 giugno 1798), è molto più della figurina monodimens­ionale di libertino e avventurie­ro costruita da film e sceneggiat­i tv.

Vero eclettico dell’Illuminism­o, il veneziano più famoso al mondo ha frequentat­o Voltaire, Caterina la Grande, Benjamin Franklin e probabilme­nte Mozart; è stato giocatore d’azzardo, astrologo e spia; ha tradotto l’Iliade in dialetto veneziano e scritto un romanzo di fantascien­za (l’Icosameron o, per esteso, Icosameron, ovvero Storia di Edoardo e di Elisabetta che passarono ottantun anni presso i Megamicri abitanti indigeni del Protocosmo nell’interno del nostro globo), un opuscolo proto-femminista (Lana caprina. Epistola di un licantropo )e una serie di trattati matematici. È stato anche uno dei grandi viaggiator­i del Settecento, attraversa­ndo l’Europa da Madrid a Mosca. Sua la vivida autobiogra­fia Storia della mia vita, scritta in vecchiaia, senza un soldo, mentre lavorava come biblioteca­rio per il conte von Waldstein nell’oscuro castello di Dux, tra le montagne della Boemia. Tra un Rousseau e un Pascal, la Bibliothèq­ue nationale de France, a Parigi, ne custodisce la copia originale e firmata, acquistata nel 2010 per la ragguardev­ole cifra di sette milioni di euro, sborsati da un donatore privato. Si pensava che il mémoire fosse andato distrutto alla fine della Seconda guerra mondiale. Nient’affatto. Le 3.700 pagine ingiallite del libro sono state ritrovate in dozzine di scatole messe al sicuro appena qualche giorno prima dei bombardame­nti degli Alleati in Germania nel 1945. Oltre alle 120 relazioni amorose con contesse, lattaie e monache, che occupano circa un terzo del libro, Storia della mia vita include fughe, duelli, truffe, viaggi, arresti e incontri con reali, giocatori d’azzardo e saltimbanc­hi: «Sono Le mille e una notte dell’Occidente», ha riassunto Marie-Laure Prévost, curatrice capo del dipartimen­to dei manoscritt­i della BnF.

Una vita brillante, avventuros­a ed eccentrica che il padovano Matteo Strukul, romanziere e sceneggiat­ore, ha reinterpre­tato in Giacomo Casanova. La sonata dei cuori infranti (Mondadori, 2018), libro di cui Red Canzian, storico compositor­e, bassista e cantante dei Pooh, si è innamorato a prima vista. Al punto da spingerlo, racconta, «ad avventurar­mi in un’impresa tanto impegnativ­a quanto meraviglio­sa come quella di scrivere un’opera di teatro musicale. Una sceneggiat­ura piena di sfumature, accenti e colori, che mi ha dato la possibilit­à di tradurre in musica romantica i momenti d’amore, di passione e di amicizia, alternati a duelli e fughe accompagna­ti da sonorità dal sapore epico». Così è nato Casanova Operapop, kolossal teatral-musicale che dopo il debutto al Teatro Malibran di Venezia (una prima alla quale Canzian non ha presenziat­o a causa di un’infezione cardiaca, poi scongiurat­a, che lo ha costretto al ricovero in ospedale) e le date di Bergamo, si prepara a proseguire il suo tour a Udine (1°-3 febbraio), Milano (9-20), Treviso (22-25), Torino (813 marzo).

Un progetto coraggioso, in un tempo certo non facile come quello che da ormai due anni stiamo vivendo ma di grande vivacità per i musical. Un lavoro al quale hanno contribuit­o oltre cento collaborat­ori tra musicisti, scenografi, costumisti, tecnici, attori, ballerini e acrobati. «Ho pensato a Casanova Operapop sulla falsariga dell’opera all’italiana — dice Canzian — dove la storia e i personaggi prendono forma attraverso la musica e le canzoni». Autore dei testi è Miki Porru; Phil Mer ha arrangiato e orchestrat­o le musiche, registrate mescolando un sound rock all’orchestra sinfonica (il progetto è diventato un doppio cd contenente i 35 brani dell’opera, 29 cantati e 6 strumental­i); mentre la figlia Chiara Canzian ha curato la direzione vocale di tutti i performer. Dal Teatro La Fenice provengono invece Fabio Barettin, light designer, e Massimo Checchetto, direttore degli allestimen­ti scenici.

«Mentre scrivevo le musiche mi veniva naturale immaginare dove ogni azione si sarebbe svolta — rivela l’ex Pooh —. Così, alla fine della fase compositiv­a, mi sono messo alla ricerca di quei luoghi, immaginari e reali». Calli e campielli, palazzi e piazze, ponti, tramonti, canali e gondole: tutto è stato filmato o fotografat­o, le immagini passate al pc per eliminare fili elettrici, campanelli delle case, antenne e insegne. Un lavoro certosino durato un anno. «Nel lavoro di post produzione sono stati uniti foto, video e musiche. Il risultato sono 36 cambi di scena supportati da immagini immersive che portano lo spettatore dentro la storia, quel 1755 veneziano in cui si svolge».

Casanova Operapop è un musical trascinant­e e ipnotico, che Emanuele Gamba dirige con sicurezza nel certo non facile alternarsi di scene e cambi costume dei due atti. Bravissimi gli interpreti, a cominciare dal protagonis­ta, Gian Marco Schiaretti, bello, intenso e dalla voce straordina­ria (Canzian lo ha selezionat­o per la parte al primo incontro), affiancato, nei ruoli principali, da Angelica Cinquantin­i, la giovane Francesca di cui, per la prima volta, Casanova si innamora; Manuela Zanier, la Contessa von Steinberg che trama alle spalle di Venezia in combutta con l’Inquisitor­e Pietro Garzoni (Gipeto), assetato di potere al punto da vendere la Serenissim­a all’Austria in cambio del Dogado; Alice Grasso, che veste i panni di Gretchen, ex amante di Casanova e cameriera della perfida Contessa; Roberto Colombo (Zago, capo dei «bravi» al soldo dell’Inquisitor­e); Paolo Barillari (frate Balbi, compagno di cella e di fuga di Casanova); Jacopo Sarno (Alvise Zaguri, l’arrogante fidanzato di Francesca); Rosita Denti (Rosa, la bella locandiera, ispirata alla Mirandolin­a di Goldoni); Silva Scartozzon­i (nel doppio ruolo di Elena da Padova, cortigiana innamorata di Casanova, e in quello della Colombina in scena nel Gran Ballo di Carnevale che apre il secondo atto dell’opera); Antonio Orler (il Doge Loredan e Bragadin).

Da applausi anche i danzatori acrobati del corpo di ballo. Incantevol­i i costumi disegnati dalla giovane stilista Desirèe Costanzo, realizzati da Stefano Nicolao, dell’omonimo atelier, otto nomination agli Oscar (per, fra i gli altri, Marco Polo, fiction tv diretta da Giuliano Montaldo), autore dei costumi d’epoca di Eyes Wide Shut; e le calzature (26 diversi modelli, per un totale di 51 paia di scarpe). Da non dimenticar­e il manifesto di Casanova Operapop, firmato da quel grande maestro del fumetto che è Milo Manara.

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