Corriere della Sera - La Lettura
È ancora l’ora di Soriano (senz’ombra, ovvio)
Un vagabondaggio a bordo di una vecchia Ford Torino sulle tracce del padre fuggito dall’ospedale con addosso i vestiti di un rockettaro ricoverato dopo essersi buttato giù dal palco. Torna, da Sur, L’ora senz’ombra
(traduzione di Glauco Felici, pp. 236,
€ 16,50) di Osvaldo Soriano, grande argentino scomparso troppo presto, nel ’97, a 53 anni. L’ora senz’ombra (una citazione dall’Aleph di Borges) è l’ora del sole a mezzogiorno, la luce a picco che non permette nascondimenti e fa venire a galla le verità profonde: «Non avrei neppure saputo che cosa dirgli di me. Uno che se ne va in giro, senza nient’altro che un pugno di storie disperse».