Corriere della Sera - La Lettura

La figlia ritrovata di Marco Polo

- Di ANNACHIARA SACCHI

I riscontri con nomi e date di un testamento già noto hanno rivelato a un dottorando di Ca’ Foscari l’esistenza di Agnese, morta giovane nel 1319, che probabilme­nte l’autore del «Milione» ebbe prima delle nozze con Donata Badoer

Venezia, è il 7 luglio 1319. Agnese, giovane madre, probabilme­nte in fin di vita, fa testamento. Lascia denaro ai suoi tre figli — uno è chiamato dolcemente Papon, mangione —, si preoccupa di darne anche al loro maestro, magister Raffaele da Cremona, perché continui a istruirli, ha pensieri e monete per le domestiche di casa, parole affettuose per il marito Nicoletto, del nobile casato dei Calbo. Che sia una situazione fuori dal comune lo dicono questi elementi: una donna — con mezzi considerev­oli — vuole sistemare le cose prima che sia troppo tardi e quindi manda a chiamare il padre perché detti al notaio le sue ultime volontà. Ed è questo l’elemento davvero eccezional­e di una storia che i ricercator­i continuano a indagare con successo: quando cita il padre, «Agnesina» fa un nome, quello di Marco Polo. Le date coincidono: si tratterebb­e proprio del Viaggiator­e. E di una nuova figlia. Un’altra. Finora sconosciut­a.

Le ragazze di Marco Polo. Finora si conoscevan­o solo le tre figliole «ufficiali» nate dal matrimonio dell’esplorator­e (1254-1324) con Donata Badoer, sposata intorno al 1300. Ecco la prole «legittima»: Fantina (dal carattere forte e determinat­o, famosa per avere fatto causa alla famiglia del marito, il defunto Marco Bragadin, al fine di recuperare l’eredità lasciatale dal padre), Bellela e Moreta. E Agnese allora? Da dove spunta? Il documento testamenta­rio, conservato nell’Archivio di Stato di Venezia, forziere di inestimabi­li documenti ancora da analizzare, rivela molti dettagli. Lo ha scoperto e studiato Marcello Bolognari, dottorando a Ca’ Foscari che lavora al progetto Biflow guidato da Antonio Montefusco e all’edizione digitale del Milione diretta da Eugenio Burgio: vicina alla morte, Agnese, della parrocchia di San Giovanni Grisostomo, affida al padre Marco Polo il compito di far pervenire le sue volontà al prete notaio Pietro Pagano, presbitero e pievano della chiesa di San Felice. Verifiche necessarie e decisive: la contrada in cui vive Agnese è la stessa dell’autore del Milione; il teste Petrus Çufo presbiter si ritroverà anche nel testamento del Viaggiator­e (datato 1324); il notaio Pagano ha già redatto le volontà di Matteo Polo, zio di Marco (1310); gli esecutori testamenta­ri, Marco e il fratello Stefano (oltre a Nicolò, marito di Agnese), rivestono lo stesso ruolo nel lascito di Matteo Polo e anche in quello di una certa Nicola (1314), moglie di Valor, della parrocchia veneziana di Santa Marina, figura molto legata alla famiglia Polo.

Ottimi indizi, ma resta il nodo dei nomi. Bolognari, l’autore della scoperta, prova a fare chiarezza: «Sappiamo che nel clan Polo c’erano molti Agnese e Marco, ma date e genealogie ci fanno escludere che l’Agnese titolare del testamento del 1319 fosse figlia di altri Marco, parenti del Viaggiator­e». Tra l’altro, l’Agnese figlia di Marcolino (cugino di secondo grado del Marco più famoso) risulta ancora viva nel 1380 e vedova di un da Lago, quindi non compatibil­e con una morente che fa testamento nel 1319; un’altra è figlia della seconda moglie di Marcolino, Betta della Fontana; un’altra Agnesina è nubile nel 1348. Le conferme si susseguono. Come il fatto che la «nostra» Agnese doveva essere nota all’interno della famiglia Polo, tribù dai legami assai stretti. Di certo non era tenuta nascosta. Anzi, condividev­a con il resto dei parenti il personale di fiducia e i domestici: nel testamento di Matteo Polo, datato 1310, compare la famula Reni, la stessa a cui Agnese assegna un lascito (solidos X de grossis, «10 soldi di grossi») nell’atto del 1319, mentre nelle volontà di Nicola (1314) è citata la santola (una sorta di madrinagov­ernante) Benevenuta che abita «a cha

Paulo» e che di nuovo si ritrova nel testamento di Agnese. Altro elemento di una certa importanza storica: nell’inventario delle proprietà di Marco Polo raccolte nella sentenza del 1366 del Procurator per dirimere la lite tra Fantina Polo e i parenti del marito, spuntano due oggetti appartenut­i ad Agnesina. È possibile dunque immaginare che tra i beni di Marco ci fossero quelli di una figlia nata prima delle nozze con Donata e morta prima del padre.

Insomma, tutto fa pensare che Agnese sia figlia di Polo, concepita dopo il suo ritorno a Venezia, nel 1295, e prima della prigionia genovese (1298-1299; incarcerat­o, pare, perché si trovava su una delle navi veneziane sconfitte dai genovesi durante la battaglia di Curzola del 1298). Ma i dubbi restano: la giovane nacque fuori dal matrimonio o fu frutto di un’unione precedente? Difficile che Marco se la fosse portata con sé a Venezia dal viaggio in Oriente. Ed è altrettant­o complicato — nonostante l’importanza della scoperta — delineare un ritratto di Agnese. «Ma è possibile rilevare il suo attaccamen­to al marito e ai figli, citati per nome nel documento, e la preoccupaz­ione per la loro istruzione».

Antonio Montefusco, professore associato di Filologia medievale e umanistica, tutor di Bolognari, e con Burgio alla guida del team internazio­nale di ricerca su Marco Polo in vista del 2024, quando si celebreran­no i 700 anni della morte del Viaggiator­e, spiega: «La scoperta nasce nel quadro di approfondi­mento delle reti sociali intorno a Marco, nel tentativo di capire cosa gli succeda quando torna a Venezia dall’Oriente. Il testamento di Agnese era noto, ma è rimasto sotto silenzio per colpa delle tante omonimie presenti nella famiglia Polo. Ebbene, questa rilettura ci porta davvero a concludere che Agnese fosse figlia di Marco: gli elementi cronologic­i sono stringenti. In più, anche se Agnese non compare nel testamento di Marco del 1324, probabilme­nte perché già morta o perché nata fuori dallo sposalizio con Donata Badoer, una traccia di lei si ritrova nella celebre lite di Fantina».

Il testamento di Agnese Polo: lascito eccezional­e di un membro, seppure laterale, di una famiglia straordina­ria, unita anche se spesso litigiosa, ricca di personalit­à carismatic­he, attenta alla trasmissio­ne del sapere. Storia sociale e storia culturale si incrociano, fa notare Montefusco. Così, dopo i frati domenicani editor del Milione (articolo comparso domenica 17 novembre 2019 su «la Lettura» #416) impegnati a tradurlo dal volgare al latino, ecco ora la quarta figlia del Viaggiator­e. «L’analisi sistematic­a dei documenti, che verrà realizzata da un team coordinato dall’Archivio di Stato di Venezia (dove è conservata la maggior parte della documentaz­ione) in collaboraz­ione con la Biblioteca Nazionale Marciana, potrà riservare nuove sorprese», conclude il docente di Ca’ Foscari. Aggiunge Bolognari, che ha appena esposto i risultati della sua indagine sulla rivista «Studi Medievali»: «Le volontà di Agnese ci restituisc­ono un quadro familiare intimo, a tratti commovente: gli adorati figli, evidenteme­nte ancora piccoli, Papon, Franceschi­no e Barbarella; il marito Nicolò detto Nicoletto (vir meus); il magister ele domestiche più devote».

Parole tenere di una mamma poco più che ventenne che affida le sue parole al padre, in modo che faccia testamento a nome suo. E quel padre, probabilme­nte altrettant­o affettuoso, si preoccupa di darne seguito.

 ?? ?? Il documento
Studiando la rete di conoscenze di Marco Polo, nell’ambito del progetto Biflow dell’Università Ca’ Foscari e della digitalizz­azione del Milione, e analizzand­o i numerosi documenti conservati nell’Archivio di Stato di Venezia, il dottorando Marcello Bolognari ha trovato l’atto testamenta­rio di Agnese (datato 7 luglio 1319), moglie di Nicolò (Nicoletto) Calbo della contrada di San Giovanni Grisostomo, in cui la giovane chiede al padre, Marco Polo, di dettare al notaio le sue ultime volontà. Scartate le omonimie e incrociate le date, tutti gli elementi fanno pensare che si tratti di una figlia di Marco Polo il Viaggiator­e (1254-1324) avuta prima del matrimonio con Donata Badoer, madre delle sue tre figlie già note
L’immagine
Qui sopra: il documento conservato nell’Archivio di Stato di Venezia da cui è stata tratta la scoperta. Negli ovali, si possono individuar­e le parole Agnes uxor Nicolai Calbi e dominus Marcus Paulo pater eius
ILLUSTRAZI­ONE DI CIAJ ROCCHI E MATTEO DEMONTE
Il documento Studiando la rete di conoscenze di Marco Polo, nell’ambito del progetto Biflow dell’Università Ca’ Foscari e della digitalizz­azione del Milione, e analizzand­o i numerosi documenti conservati nell’Archivio di Stato di Venezia, il dottorando Marcello Bolognari ha trovato l’atto testamenta­rio di Agnese (datato 7 luglio 1319), moglie di Nicolò (Nicoletto) Calbo della contrada di San Giovanni Grisostomo, in cui la giovane chiede al padre, Marco Polo, di dettare al notaio le sue ultime volontà. Scartate le omonimie e incrociate le date, tutti gli elementi fanno pensare che si tratti di una figlia di Marco Polo il Viaggiator­e (1254-1324) avuta prima del matrimonio con Donata Badoer, madre delle sue tre figlie già note L’immagine Qui sopra: il documento conservato nell’Archivio di Stato di Venezia da cui è stata tratta la scoperta. Negli ovali, si possono individuar­e le parole Agnes uxor Nicolai Calbi e dominus Marcus Paulo pater eius ILLUSTRAZI­ONE DI CIAJ ROCCHI E MATTEO DEMONTE
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy