Corriere della Sera - La Lettura
La spiritualità non si fa ingabbiare Dottrine e personaggi dell’eresia
Molti sono famosi come Gioacchino da Fiore, Giordano Bruno, Girolamo Savonarola. Altri meno conosciuti: Gherardo Segarelli, Armanno Pungilupo, Olimpia Morata. Ma appartengono tutti alla categoria di cui Roberto Roveda e Michele Pellegrini
stilano l’elenco nel volume I grandi eretici che hanno cambiato la storia (Newton Compton). Oltre che una rassegna di personaggi, il libro è anche una sintesi di storia della spiritualità occidentale, che prende le mosse dalle origini della religione cristiana. La distinzione tra ortodossia ed eresia si delinea infatti per vie tortuose, in cui ha un notevole peso l’influenza dell’autorità imperiale, da Costantino il Grande in poi.
Ma la svolta decisiva avviene «nei secoli centrali del Medioevo», quando l’affermazione piena della maestà pontificia porta a criminalizzare «qualsivoglia forma di dissenso dogmatico o morale» e avvia «un progressivo processo di demonizzazione dell’eretico» come «strumento del Male nel mondo». Si arriva così a mobilitare investigatori e tribunali speciali per combattere il fenomeno, «giungendo a bandire vere e proprie crociate contro gli eretici». Eppure l’eresia continua a riprodursi e a un certo punto risulta vincente, con la Riforma protestante e poi con l’avvento del pensiero moderno. Segno che ingabbiare lo spirito, alla lunga, risulta impossibile.