Corriere della Sera - La Lettura

Chi salva chi? Le età di un triangolo

- Di ERMANNO PACCAGNINI

Si articola su tre piani temporali principali Salvamento, romanzo d’esordio di Francesca Zupin. Piani tra loro distanti 13 anni, ma che si incrociano, partendo la narrazione dal piano centrale, ambientato nel 2005, che vede i principali protagonis­ti, Giulio e Stella, vivere a 26 anni un momento critico della loro convivenza, proprio mentre si parla di matrimonio, avendo fatto capolino Bobo. Quel Bobo affacciato­si nella loro vita 13 anni prima e nei confronti del quale Giulio è sempre stato diffidente. Una presenza che determina da un lato il flashback che riporta al 1992, con postilla nel 1997 dei loro 18/19 anni; e infine al 2018 dei loro 40 anni.

Il 1992 è cruciale in quanto Giulio e Stella si ritrovano improvvisa­mente «quasi fratelli» quando il padre di lui e la madre di lei, vedovi, decidono di convivere. Una convivenza non facile per i ragazzi, specie quando nasce il sospetto che i due siano fidanzati, anche se in realtà è da Bobo, sia pur nelle ritrosie di lui, che Stella è attratta. Un Bobo «piccolo di statura, anche se la sigaretta che si teneva incastrata dietro l’orecchio e l’arroganza sulla moto e in bici lo facevano sembrare più alto», bravissimo con la chitarra; un incantator­e che Giulio ritiene, «alternativ­amente, un deficiente, un dio, un millantato­re», salvo ricredersi: «Era solo speciale» e «sapeva un sacco di cose. Conosceva un mucchio di poesie francesi».

Di contro, Giulio è amante della musica e gran lettore, soprattutt­o di «libri che nessuno conosceva», e anche scrittore, ma chiuso in «una gabbia tutta per me», che dà di sé un’immagine di chi «non era capace di fare niente, niente se non guardare succedere le cose». Un Giulio «né brutto né bello, né grande né piccolo. Ero quello strano di cui non ricordavi mai il nome», che si rifugia nel ricordo della madre morta, «idealizzat­a per tutta la vita», come riscontro a un padre maniaco della precisione e sempre pronto a riprenderl­o. In mezzo, Stella: colta e raffinata, che ama dipingere e che, «è chiaro, le gabbie le detestava», rimprovera­ndo a Giulio si stare «sempre lì col tuo diario, ma che cavolo hai da raccontare, se non provi mai niente?», invitandol­o a «investigar­e. Tentare. Smettere di stare a guardare e fare esperiment­i, come me. Esperienze».

Ed è nella postilla del 1997 — allorché il complesso rapporto di Stella con un Bobo che «ho capito anche che mi amava, che mi amava sul serio, solo che aveva deciso che non doveva stare con me», giungendo sino a umiliarla — che la ra

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