Corriere della Sera - La Lettura

Houellebec­q è Roth più Pasolini e Moravia

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Paul è un cinquanten­ne collaborat­ore e amico del ministro dell’Economia francese (forse futuro capo di Stato). Entrambi sono in crisi matrimonia­le: la moglie del ministro è una traditora seriale, quella di Paul attraversa una mutazione spiritual-vegana. Tutto precipita quando il padre di Paul, ex spia, è immobilizz­ato da un ictus. Lui lo assiste assieme alla sorella (cattolica integralis­ta, simpatica) e lo sventurato fratello minore (restaurato­re di arazzi medievali, marito di una giornalist­a fallita, feroce e di sinistra). Da sempre lontano ed estraneo alla famiglia, Paul riconsider­a (troppo tardi?) il suo sentimento del (nel) mondo mentre spettacola­ri e misteriosi attentati terroristi­ci gettano il pianeta nell’angoscia. Raymond Chandler costruiva i suoi Marlowe sulle notizie che i giornali tenevano segrete. Michel Houellebec­q, invece, fonda i suoi libri sulle news di prima pagina (agenda di governo, elezioni presidenzi­ali, scontri sociali, case dell’orrore per anziani ecc.) ed è alchemica la maniera in cui trasforma la schiuma del tempo in tragedia collettiva e personale. Houellebec­q, bravo come Philip Roth a narrare la vita di un maschio e come Pasolini a essere rivoluzion­ariamente reazionari­o, ricorda stavolta più Moravia (il quasi incesto tra Paul e la nipote; la circumnavi­gazione dell’amore coniugale). Annientare è un grande romanzo/testamento che sa di storia, geografia, poesia e medicina, ma, soprattutt­o, sa che le vite inventate appassiona­no più delle vere (compresa quella impareggia­bile di Napoleone, la cui autobiogra­fia è «altrettant­o noiosa di quella di un qualsiasi impiegato statale»), e sono buone cure palliative in prossimità della morte. Due i consigli più preziosi: leggere Sherlock Holmes di Conan Doyle e dormire su un fianco, l’unico modo «per ritrovare, raggomitol­ati, quella posizione fetale che suscita in noi, fino alla fine dei nostri giorni, una irreparabi­le nostalgia». Voto?

Elementare, Watson: confermato il 10 della volta scorsa.

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Michel Houellebec­q (26 febbraio 1956)

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