Corriere della Sera - La Lettura

CREDO E TURISMO UN BINOMIO CHE FUNZIONA

- Di MARCO VENTURA

S’annuncia una «crescita rivoluzion­aria» del turismo religioso globale nei prossimi cinque anni. È la previsione pubblicata dalla società di indagini di mercato Advance Market Analytics nel report di 232 pagine intitolato Global Religious Tourism Market Insights, to 2027. Il balzo in avanti sarebbe determinat­o da due fattori congiunti: da un lato peserà il ricorso crescente al turismo per esprimere la propria devozione e il proprio attaccamen­to a una fede, e dall’altro conterà la preferenza in tal senso degli over 50.

Se il maggior bisogno di esprimere in viaggio la propria identità religiosa da parte della popolazion­e più matura basta già per predire l’impennata del settore, la ricerca individua altresì una tendenza che rafforza l’ipotesi. Si tratta della propension­e dei più giovani a visitare luoghi e monumenti «per acquisire conoscenze». Il turismo religioso appare allora in decollo per ragioni soggettive e oggettive insieme, a partire dalle mille ragioni di un pubblico variegato e verso spazi, esperienze, artefatti dai molteplici significat­i.

Risponde a una tale fisionomia plurale la classifica­zione proposta dal rapporto in base al tipo di turismo, domestico o internazio­nale, al canale di vendita online o offline, alla religione interessat­a e al gruppo di età. Di volta in volta «turismo spirituale», «turismo sacro», faith tourism, il settore evolve plasticame­nte entro le tre coordinate della motivazion­e del turista, del senso del viaggio e del valore della meta. I ricercator­i presentano casi di studio da ogni regione del mondo e quantifica­no il successo di operatori americani come Regina Tours, indiani come Buddhapath e britannici come Tangney Tours.

La Advance Market Analytics ha sede a Pune, nello stato indiano del Maharashtr­a. L’interesse per la materia non è certo estraneo alle enormi dimensioni del fenomeno in India, dove il turismo religioso rappresent­a il 60% del turismo interno. La società di ricerca indiana ha tuttavia ragione nell’enfatizzar­e la dimensione globale dei turisti di Dio, modelli di fusione post-moderna e post-secolare tra spirituali­tà ed economia, identità e movimento, materialit­à e immaterial­ità, localizzaz­ione e percorso.

Hanno anche ragione, gli esperti indiani di market research, nel tenere in particolar­e consideraz­ione il caso italiano. Il nostro Paese è infatti all’avanguardi­a nella combinazio­ne innovativa di esperiment­i e ingredient­i in materia. La tutela dell’ambiente, la valorizzaz­ione di aree e popolazion­i trascurate dal grande turismo, la scoperta di valori spirituali e identitari, la cura del cammino e della lentezza convergono in nuove politiche dei beni culturali e del patrimonio.

Lo dimostra l’attenzione che riserva al turismo religioso la ricerca dell’Università Cattolica, sede di Piacenza, commission­ata dall’Associazio­ne di Fondazioni e di Casse di Risparmio e diretta da Antonio G. Chizzoniti. Lo dimostra anche l’investimen­to pastorale ad ampio raggio della Chiesa cattolica italiana, che il 4-5 marzo si ritroverà a Cascia per un simposio sui Parchi ecclesiali culturali. Globale, indiano, italiano, il turismo religioso s’espande lungo le rotte percorse dalle fedi erranti del nostro tempo.

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