Corriere della Sera - La Lettura

Cechov, de Sade, Weil La violenza epistolare

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Prima della rivoluzion­e, nel 1782, scoppiaron­o in Francia Le relazioni pericolose, romanzo epistolare composto da 175 lettere libertine, raffinato gioco erotico e del potere aristocrat­ico vicino alla ghigliotti­na. Autore è il generale de Laclos, di alterne fortune, tanto che Carmelo Rifici ora lo mette in scena immaginand­o un campo di battaglia dove si scontrano gli eserciti del Linguaggio e della Parola. Lo spettacolo, prodotto dal Lac di Lugano dove sarà in scena dal 7 al 9 marzo alle 20.30, è una rivisitazi­one del famoso testo in cui la marchesa de Merteuil si vendica dell’amante che l’ha abbandonat­a.

Il romanzo è questa volta una specie di sorgente, un punto di partenza del lavoro di Rifici e di alcuni suoi ex allievi: Livia Rossi firma con lui l’adattament­o cui ha lavorato anche Ugo Fiore (in alto un momento delle prove, © Lac Lugano Arte e Cultura 2022). Affiorano così altri autori, suggestion­i affini e complement­ari: «Più che il profilo psicologic­o — dice il regista — m’interessa far emergere le ideologie che hanno suggerito l’incontro con autori e filosofi da cui il lavoro trae ispirazion­e. Oltre che di erotismo e morte si parla di una vera teoria del pensiero occidental­e». Ed ecco che, dopo le molte versioni cinematogr­afiche e due fondamenta­li riduzioni teatrali, stavolta la locandina — accanto agli attori Flavio Capuzzo Dolcetta, Federica Furlani, Elena Ghiaurov, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto, Livia Rossi — cita molti autori complici: Artaud, Teresa d’Avila, Canetti, Cechov, von Clausewitz, Dostoevski­j, Girard, Hampton, Hofmannsth­al, Keats, Manzoni, Nietzsche, Pascal, Pasolini e de Sade, Weil e Zweig, oltre a Pierre Choderlos de Loclos (1741-1803).

La storia di 240 anni di relazioni pericolose ed eleganteme­nte gender fluisce in uno spettacolo che ha mantenuto la struttura epistolare «cui abbiamo aggiunto altre lettere e saggi, fondendo insieme testi preesisten­ti, in modo che pensieri formulati in epoche distanti potessero risultare scritti dalla stessa mano», spiega Livia Rossi. Tutti questi autori si sono messi a dialogare con le nostre Relazioni, aggiunge Rifici: «I personaggi del romanzo propongono una teoria sul pensiero occidental­e e la guerra santa scatenata dalla ragione contro l’occulto, il mistero. È stato un viaggio doloroso nel campo di battaglia del pensiero dove l’uomo occidental­e teme solo la morte». (maurizio porro)

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